31 marzo 2008

Giovannino compie un mese!

Giovanni, mio figlio, nato il 28 febbraio 2008 all’Ospedale Maternidad Obrera di Marianao, venerdì scorso ha compiuto il suo primo mese!

Una gioia immensa, di più belle – credo – non ce ne sono nella vita! Approfitto del blog per ringraziare, anche se con imperdonabile ritardo, tutti coloro che, attraverso i più diversi mezzi, ci hanno fatto giungere i loro auguri fino a Cuba.

STRANE CREDENZE

In questo mese, grazie a mia suocera, ha avuto modo di constatare che la mia amata Campania, in quanto a superstizioni e strane credenze, è preceduta di gran lunga da Cuba.

Ecco alcuni utili consigli della nonna cubana:

  1. L’azabache, la risposta cubana al cornicello partenopeo, contro il “mal de ojo” (malocchio) al bimbo.
  2. Se il bimbo ha il singhiozzo bisogna mettergli un filo di cotone sulla fronte.
  3. Se starnutisce bisogna dire “Jesus”.
  4. Non bisogna fare complimenti al bimbo quando dorme: favorisce il malocchio
  5. Non bisogna portare in giro il bimbo quando dorme, vedi punto precedente.
  6. Durante il primo anno di vita il bimbo non può uscire con il “sereno”, ovvero dopo il tramonto
  7. Ultimo ma non per importanza… di notte accendere la luce della stanza da letto per allontanare le zanzare. Me tapino che pensavo il contrario!!!

Ce ne saranno sicuramente altri ancora… ma sono questi quelli che oggi ricordo.

Ultimamente le visite di mia suocera, sarà per il sano e corretto scambio di vedute, si sono fatte più rare… per invogliarla ho comprato un nuovo divano tutto per lei! Servirà?

28 marzo 2008

Havana Biltmore Yacht and Country Club (II parte)

Continuiamo il racconto cominciato ieri. La quota base d’iscrizione era di 2500 pesos annuali. I soci, però, dovevano pagare tutti i servizi che utilizzavano e contribuire in occasione dei lavori di manutenzione o miglioramento. I maggiori contributi, solitamente, erano apportati dai soci che formavano parte del Consiglio di Direzione.
L’attrazione fondamentale era il golf, ma il Club disponeva di due campi da tennis, piscina, bowling, club ippico, baseball e strutture per il canottaggio ed altri sport acquatici. I ricchi soci del Club, all’interno della struttura, avevano a loro disposizione: ristorante, caffetteria, bar, barberia, infermeria, spogliatoi, molo nautico e un salone per i massaggi. Lungo il campo da golf erano disseminati numerosi chioschi.
Il campo da golf, aveva 18 buche e si estendeva su una superficie di ben 36 ettari, raggiungendo il fondo dell’attuale abitato di Jaimanitas.

La buca n. 1 - aggiungiamo per curiosità - era situata nella zona attualmente occupata dal Centro Commerciale Palco, la n. 18 invece era situata nelle vicinanze del Club, prossima alla darsena, per far sì che i giocatori, una volta terminato, potessero accedere direttamente e facilmente al Club.
Una squadra di circa 20 lavoratori si dedicava quotidianamente alla manutenzione del campo, utilizzato anche per gare internazionali. Tutti i lavori, dal taglio del tappeto erboso alla manutenzione delle diverse buche, si svolgevano esclusivamente di notte, per far sì che alle 8 del mattino il campo fosse già pronto per accogliere i primi giocatori.

27 marzo 2008

Havana Biltmore Yacht and Country Club (I parte)

Le origini del Club risalgono agli anni venti dello scorso secolo, con la costruzione del Jaimanitas Club, situato in parte nei terreni ed installazioni che, attualmente, formano parte del Club Habana. Il Jaimanitas Club, che includeva, tra le sue strutture, una caffetteria ed un campo da golf, fu ampliato grazie al contributo dei soci e, nel 1933, si trasformò nell'Havana Biltmore Yacht and Country Club.
Nel 1958 contava di 3940 soci: ricchi aristocratici, l’alta borghesia nazionale e uomini d’affari stranieri residenti a Cuba. La maggior parte di questi ultimi erano statunitensi.
Non mancavano figure della vita politica come, ad esempio, il dittatore
Fulgencio Batista y Zaldívar che era il socio numero 1018, anche se onorario.
Benigno Hernández Valdés, cassiere dell'Havana Biltmore Yacht & Country Club dall'anno 1948 ed attuale lavoratore del Club Havana, racconta: «Sebbene Batista era presidente della Repubblica e socio onorario del club, non gli permettevano l’ingresso perché non era bianco».
Benigno racconta ancora che per potere inaugurare nel 1953 le opere della darsena limitrofa al club, fu costruito un apposito accesso, al fianco della struttura, per consentire l’entrata a Batista.
La darsena era utilizzata principalmente da nordamericani soci del club, disponeva di servizi d’attracco per imbarcazioni da diporto e servizi accessori per il rifornimento d’acqua o di energia elettrica. La banchina era utilizzata anche da ricchi creoli soci del club, come gli Arellano, che avevano un posto barca. (continua)

26 marzo 2008

L’Avana degli anni ’50: «Io vivo al Country Club»

Alla fine degli anni ’50, l’alta borghesia dell’Avana si concentrava nei quartieri residenziali di Miramar, Kholy, Biltmore, La Coronella, Alturas de Almendares e Country Club (fondato negli anni ‘20), mentre alcuni, non meno ricchi e potenti, vivevano ancora al Vedado, che però aveva perso il suo fascino iniziale.
Le agenzie immobiliari del tempo puntavano su nuove e ricche urbanizzazioni, stimolando l’orgoglio di classe dei potenziali compratori. Ecco un annuncio di quegli anni:

«Il rappresentante di questo bel quartiere (il Country Club), che sarà per gli avaneri quanto i famosi Lenox Park, Tuxedo Park e altri parchi residenziali sono per l’high-life nordamericana, ha posto in vendita il secondo lotto di questi pittoreschi terreni.
I lotti della prima parte sono stati venduti completamente. Tra i compratori ci sono le più importanti delle nostre famiglie, come sono gli Arellano, Arenal, Lobo, Moré, Blanco Herrera, Suero, Bernal, Castelló, Crusellas, Delgado, Longa, Orr, Pantin, Freyre de Andrade, Galván, Silva, González de Mendoza, de Sola, Tolón, Villalón e molti altri».

«Chiunque può dire: Io vivo al Vedado. Però non tutti potranno dire: Io vivo al Country Club», concludeva l’annuncio.