06 aprile 2009

La Quinta Durañona di Marianao

Percorrendo l’Avenida 51, già Calzada Reale de los Quemados e Calzada di Marianao, all’angolo con calle 118, civico 11805, mi ha sempre incuriosito un imponente edificio, di notevole pregio architettonico ma dalla facciata chiaramente mutilata, che occupa quasi l’intero isolato.

E’ la “Quinta de las figuras”, ribatezzata poi “Quinta Durañona”, fatta costruire, nel 1860, da José Morales de los Rios sul terreno acquistato a Don Ignacio Vildasola il 19 dicembre 1859, per un prezzo di 8.412 scudi.
La casa, segnalata allora al n. 105 della Calzada Real de los Quemados, fu in seguito ipotecata a favore di Don José Sedano e cambiò proprietario in diverse occasioni negli anni 1864, 1868 e 1869, quando fu acquistata da Doña Antonia Otamendi de Durañona, residente a Marianao in Calle del Rey (oggi 116) ad un prezzo di 14.737 pesos.
La Quinta, il 28 settembre 1899, passò in eredità a
Don Francisco Marcial Durañona, ricco imprenditore d’origini spagnole, proprietario sempre a Marianao del “Central (zuccherificio) Toledo”, del “Tejar Toledo”, una fabbrica di tegole, e socio dell’impresa ferroviaria “Marianao-Havana”. Il nome Toledo si deve al fatto che i Durañona erano originari di questa città della Mancha.
Alla fine della guerra d’indipendenza, nel 1898, durante l’occupazione americana, la Quinta ospitò, fino al 1901,il Quartiere Generale dell’Esercito nordamericano e la residenza del generale
Fitzhugh Lee, governatore militare dell’Avana e di Pinar del Rio. Nella foto in basso, infatti, scattata nel 1900 è possibile notare la bandiera statunitense che sventola sulla casa.

Il 22 agosto 1906 fu venduta da Don Francisco Marcial a Don Manuel Parajon y Cocio, originario delle Asturie, al prezzo di 20mila pesos d’oro della zecca spagnola.
Sempre nel 1906, la fraudolenta rielezione del primo presidente della Repubblica,
Tomas Estrada Palma, causò un’insurrezione e l’arrivo di truppe statunitensi che controllarono Cuba fino al 1909. Durante questi tre anni la Quinta Durañona fu la sede del governo d’occupazione USA.
Il 21 maggio 1907, Don Manuel Parajon vendette la villa a
Nicolas Altuzarra y Ruiz, spagnolo residente all’Avana in Calle Prado n. 66, ad un prezzo di 55mila pesos d’oro.

A partire dal 29 giugno 1913, il neoeletto presidente, il generale Mario Garcia Menocal, la trasformò nel Palazzo Presidenziale d’Estate. A quell’epoca ancora la presidenza era ospitata nel vecchio Palazzo dei Capitani Generali, all’Avana Vecchia. Non era stato ancora costruito i Palazzo Presidenziale, oggi Museo della Rivoluzione, originariamente ideato come sede del governo provinciale dell’Avana, ed inaugurato dallo stesso Menocal nel 1920.
Nel 1919 la Quinta ospitò il
Sanatorio del Centro Castellano. L’edificio subì alcune modifiche interne senza però modifiche allo stilo della costruzione iniziale.
Nel 1937 fu sede di manifestazioni, riunioni, serate di beneficenza e di solidarietà con popolo spagnolo durante la Guerra Civile, e il primo gennaio di quello stesso anno vi fu fondato il Comitato Locale pro Primo Maggio.

Successivamente fu la sede di un’Accademia d’Arti Manuali, del Collegio Maschile Claudio Dumas e nel 1943 della Scuola Normale per Maestri dell’Avana. Nel 1952, ospitò, al piano terrà, la macelleria “La Favorita” ed un ristorante economico, mentre ai piani alti un laboratorio tessile.
Dopo il trionfo della Rivoluzione ha ospitato il
Museo di Marianao, il Tacchificio Carlos Rodriguez Gareaga, mentre le pertinenze l’Impresa Provinciale delle attrezzature gastronomiche e, al fondo, alcune abitazioni.

Dal 1993 ospita il Centro Prodanza di Cuba, diretto da Laura Alonso, che dispone di sei saloni da ballo, uffici, camerina, la mensa, sala video e registrazioni. La villa ospita anche una scuola professionale ed una vocazionale,frequentata da studenti di Marianao, Playa e La Lisa.
Gli anni e l’incuria hanno irrimediabilmente cancellato la bellissima facciata di questa villa, tanto da renderla irriconoscibile, ma non la sua centenaria storia.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Era ora!

tio gigi ha detto...

Al fin......

pumario ha detto...

Hola Massimo, ben tornato. Ho letto e devo dirti che i tuoi racconti sono sempre molto interessanti, peccato che tu non abbia tempo da dedicare giornalmente al blog, sarei tutti i giorni a leggerti. Non importa, quello che mi sta a cuore è sapere che tu e la tua famiglia stiate bene. Un pensiero anche per Stefano, sperando che la sua assenza sia dovuta al troppo lavoro. Il tempo corre veloce quindi, il verano si avvicina e con esso il ritorno in Tarara. Questa volta non avremo fronti freddi a rovinarci la serata che sarai obbligato a passare con la tua famiglia in Tarara. Un saluto dal Friuli che in questi giorni sta soffrendo per ciò che è capitato agli amici abruzzesi. Mario