26 settembre 2008

L'Avana, solo volo.

Qualche settimana fa nel Terminal Interprovinciale degli Autobus dell’Avana ho comprato il libro “La Habana que va conmigo” (Edizioni Letras Cubanas, Collecion Voces), un’interessante selezione di Mario Coyula. Si tratta di una serie d’interviste o dialoghi con importanti personaggi avaneri che raccontano la loro città. Ancora una volta incontriamo Segundo Curti Messina, che ormai quasi novantenne, ci offre uno spaccato della storia della capitale cubana. Incalzato dalle domande di uno scrittore del calibro di Miguel Barnet e dello stesso Coyula, architetto ed urbanista, Curti dimostra una memoria ed uno spirito invidiabili. Il suo contributo s’intitola “L’Avana, una delle grandi città del mondo” e Segundo inizia con un emozionante “lasciatemi dire che sono figlio d’italiani” che apre una serie d’aneddoti tutti interessanti. Tra questi spicca addirittura un’impresa storica e cioè il famoso raid delle due Americhe compiuto nel 1927 dal grande aviatore italiano Francesco de Pinedo. Questo pioniere del volo nasce a Napoli il 16 febbraio 1890, quasi 20 anni prima di Curti. Di buona famiglia, studia arte e letteratura, con una grande passione per la musica, tanto che porterà nel suo raid americano addirittura un grammofono con i dischi. Si arruola a 18 anni nella Regia Marina, ottenendo in seguito il brevetto di pilota, e durante la Grande Guerra entra nella nuova arma delle Regia Aeronautica. Guadagna promozioni ed onorificenze ed organizza un volo Italia-Australia, via Giappone. Sceglie come velivolo un idrovolante S16 della Savoia-Marchetti, trasformando due dei quattro posti in serbatoi ausiliari e in depositi per le parti di ricambio. Dopo aver battezzato l’aereo “Gennariello” in onore di San Gennaro, insieme al suo compagno Ernesto Campanelli decolla da Sesto Calende il 20 aprile 1925. Nonostante diversi inconvenienti i due ritornano in tempo a Roma, accolti dalla folla festante. Pinedo riceve il titolo di marchese dal re Vittorio Emanuele e la medaglia d’oro dalla Federazione Aeronautica Internazionale. Un secondo grande raid viene incoraggiato addirittura da Mussolini e questa volta De Pinedo tocca le coste africane, passa sull’atlantico, giunge in Argentina, trasvola le foreste amazzoniche, sorvola gli Stati Uniti, per arrivare in Canada e riprendere la via di casa attraversando nuovamente l’Atlantico: un viaggio di 27.000 miglia. Visto il successo delle imprese, la Savoia – Marchetti, sponsor ante litteram, gli fornisce il nuovo idrovolante S55, un catamarano con doppia carlinga a due motori accoppiati in linea. De Pinedo, progettando un volo “americano”, lo battezza "Santa Maria", come la famosa caravella. Suo compagno di viaggio è il capitano Carlo del Prete, mentre la parte meccanica è curata dal sergente Vitale Zacchetti. La “Santa Maria” decolla da Sesto Calende per Cagliari, ed il 13 febbraio 1927 dalla Sardegna inizia ufficialmente il volo transoceanico. Dopo alcuni problemi tecnici e 15 ore di volo, l’idrovolante raggiunge il territorio brasiliano. Da lì parte per Buenos Aires dove è atteso da un mare di folla.
Dopo aver sorvolato le selve sudamericane, De Pinedo ed i suoi compagni giungono all’Avana. Qui la prodigiosa memoria di Curti Messina sbaglia l’anno indicando il 1929, ma ricorda che gli aviatori italiani ammararono dove oggi si trova la stazione di polizia fatta costruire dal Comandante Pedraza in calle Cuba angolo con calle Chacon. In quella zona, la famosa Cortina de Valdés, allora c’era ancora il mare. Era il 28 marzo del 1928. Come ci rammenta Curti, gli idrovolanti partono poi per gli Stati Uniti ed il 29 marzo, una data storica per l’aviazione italiana, toccano per la prima volta il territorio del grande paese nordamericano, a New Orleans. Giunti in Arizona, per un fatale errore umano un mozzicone lanciato in acqua vicino all’idrovolante incendia il velo di benzina galleggiante ed il fuoco distrugge il velivolo. Non va però in fumo l’impresa, perché dall’Italia mandano un idrovolante nuovo e da New York riprende il tour americano ed infine la via oceanica per il ritorno ad Ostia.
Segundo Curti Messina ci ha lasciato questo ricordo avanero il 7 maggio 1999, a sei mesi dalla sua morte. È stato un dei grandi combattenti rivoluzionari degli anni trenta, ministro dei governi repubblicani dei presidenti Grau e Prío.

25 settembre 2008

Come trasferirsi e lavorare a Cuba?

Sono già tante le e-mail che ci sono arrivate, da parte dei lettori che, spinti magari dall’amore o la passione, ci chiedono come trasferirsi a Cuba, come trovare un lavoro o iniziare un’attività imprenditoriale.

E' un passo da valutare bene e non è così facile, ma cercherò di analizzare le possibili soluzioni, come già fatto nelle numerose risposte sul tema.
Com’è noto, il normale visto turistico permette un soggiorno a Cuba, non superiore ai 60 giorni. Il visto familiare, invece, rilasciato dall’Ambasciata o dal Consolato, consente una permanenza a Cuba fino a 90 giorni. Chi è sposato con un cittadino cubano titolare di un P.R.E. (Permesso di residenza all’estero), arrivando a Cuba insieme al coniuge, può prorogare il visto familiare A-2, ogni 3 mesi, fino ad un massimo di 11 mesi e 29 giorni, sempre che si abbiano entrate sufficienti per vivere quasi un anno senza lavorare.

Per poter risiedere e lavorare a Cuba c’è bisogno o della “Residenza Permanente” o della “Residenza Temporale”.

Parliamo prima della “Residenza Permanente”, va richiesta all’Ambasciata in Italia, presentando un formulario, riempito in spagnolo ed in tutte le sue parti, a cui vanno alleggati i seguenti documenti: 1) certificato di nascita, 2) certificato di residenza, 3) Esami radiologici del torace, sierologici e test dell'AIDS, realizzati da non oltre 6 mesi, 4) Attestato di capacità tecnica e pratica, per i maggiori di 16 anni e minori di 60, possono essere certificati di studio, lavoro o pensione, 5) Certificato dei precedenti penali, rilasciato da non oltre 3 mesi, 6) Solvibilità economica, bisogna aprire in pratica un conto in una banca cubana con un saldo non inferiore ai 5.000 dollari, in caso di rifiuto della residenza ovviamente sarà possibile ritirare i soldi, 7) Lettera con motivazione della richiesta, scritta in spagnolo, 8) Due fototessere, 9) Fotocopia del passaporto da autenticare nel consolato esibendo l'originale.
I primi cinque documenti vanno legalizzati in prefettura, tradotti in spagnolo e legalizzati all'Ambasciata Cubana.
La concessione o meno della "Residenza Permanente" verrà comunicata tra i 3 ed i 6 mesi dalla data di presentazione della domanda. In caso positivo verrà rilasciato un visto A-2, per una durata di 30 giorni.

Differente è il caso della "Residenza Temporanea", che viene rilasciata per motivi di studio o lavoro. In questo caso è l'azienda che assume, attraverso l'organismo cubano di appartenenza, o l'Università a richiderla al Dipartimento d'Immigrazione. Trovare un lavoro, onestamente, non è così semplice. Personalmente ho impiegato quasi un anno. Un inizio può essere quello di contattare le aziende straniere, magari recandosi alla Camera di Commercio di Cuba, ed ovviamente avere le adeguate capacità, sempre che siano disposte ad assumere. Ci sono anche alcuni aziende o istituzioni cubane che assumono cittadini stranieri, come ad esempio nel caso mio e di Stefano. Quasi tutte le università cubane, dipende anche dall'età dello studente, offrono la possibilità di immatricolarsi all'interco corso di Laurea o solo a specifiche materie. La validità della "Residenza Temporanea" è legata alla durata del contratto di lavoro o del corso di studi.

Per aprire un'attività imprenditoriale a Cuba, il primo consiglio è quello di chiedere un appuntamento all'addetto commerciale della nostra ambasciata all'Avana, che potrà fornire utili chiarimenti sulla normativa e contattare, ancora una volta, la Camera di Commercio di Cuba. Il settimanale Opciones, secondo le necessità, pubblica le richieste delle aziende cubane alla ricerca di partner per le importazioni o le esportazioni. Un altro consiglio sarebbe quello di visitare la Fiera Internazionale dell'Avana 2008, che si svolgerà dal 2 all'8 novembre, non si sa mai...
E' chiaro che, in ogni caso, c'è bisogno di capitali, avere competenza ed un valido progetto da sottoporre alle autorità cubane.

20 settembre 2008

Renato Carosone all'Avana

Renato Carosone all'Avana, fotografato insieme a (da destra) Aldo Pagani, Piero Giorgetti, Raf Montrasio, Gegè Di Giacomo, Tonino Grottola e Gianni Tozzi.

Renato Carosone, già famosissimo, insieme al suo gruppo, il 5 gennaio 1957, cominciò una fortunata tournée in America, partendo proprio dall'Avana. Lo scrittore cubano Enrique Cirules, nel suo libro "El imperio de la Habana", ci dice che Carosone fu contrattato da un imprenditore italiano residente nella capitale di Cuba, senza specificare chi né in quale locale si esibí.
Un'autista di auto a noleggio degli anni '50 mi assicura che si esibì nel famosissimo Cabaret Sans Souci, al km 15 dell'allora Carretera Arroyo Arena, attuale municipio de La Lisa
(la foto sembrerebbe confermare la testimonianza) e che partecipò a numerose trasmissioni televisive condotte da Gaspar Pumarejo su Canal 2 (TELEMUNDO) del calabrese Amedeo Barletta Barletta, proprietario di un vero e proprio impero finanziario-commerciale e, tra l'altro, anche del quotidiano "El Mundo". Probabilmente Cirules si riferiva proprio a Barletta.
Durante la sua permanenza all'Avana, Carosone ebbe l'opportunità di incidire un disco a 33 giri dal titolo "Canta Napoli", che raccoglieva 16 delle sue più famose canzoni, tra c
ui "Torero" che, all’epoca della tournée di Carosone in America, rimase al primo posto nella hit-parade statunitense ben quattrordici settimane consecutive
I primi 45 secondi della canzone di Carosone "Ricordate Marcellino" introdussero, alle 11 del 9 aprile 1958, l'appello radiofonico allo Sciopero Generale Rivoluzionario trasmesso dai combattenti del Movimento 26 Luglio.

19 settembre 2008

Gustav ed Ike danni per 5 miliardi di dollari

Viste le numerose e-mail che si sono arrivate, abbiamo deciso di pubblicare alcuni passaggi della nota “Informazione ufficiale dei dati preliminari sui danni provocati dagli uragani Gustav ed Ike”, pubblicata il 16 settembre dai mezzi d’informazione cubani.

«L’azione combinata degli uragani Gustav ed Ike, tra venti, piogge ed inondazioni, al loro passaggio su praticamente tutto il paese, tra il 30 agosto ed il 9 settembre, inclusi gli effetti precedenti e posteriori alla loro entrata ed uscita dal territorio nazionale, la trasformano senza nessun dubbio nella più devastante nella storia di questi fenomeni meteorologici a Cuba, in relazione alla proporzione dei danni materiali causati».

Considerevoli perdite materiali.

«Valutazioni preliminari ed approssimative dei danni, causati in meno di dieci giorni dai due uragani che hanno colpito il territorio nazionale, quantificano le perdite in circa 5 miliardi di dollari.
Senza dubbio, l’impatto più importate causato da Gustav ed Ike è quello alle case: oltre 444 mila danneggiate, buona parte di queste con perdite parziali e totali del tetto, oltre ad altri danni. Del totale, 63.249 sono crollate completamente.
Nell’intero territorio nazionale si sono registrati danni – che non sono ancora quantificati definitivamente e che potranno ancora aumentare in una certa quantità, a causa dell’effetto congiunto delle intense piogge ed il trascorrere dei giorni – anche se i danni maggiori interessano direttamente i territori maggiormente colpiti dalle piogge e dai venti più forti, a cui si sono aggiunte, prima, durante e dopo, le inondazioni e le penetrazioni del mare; ossia Pinar del Rio e l’Isola della Gioventù, soprattutto con Gustav (categoria 4), ed Holguin, Las Tunas e Camaguey con Ike (categoria 3).
Questo può essere considerato il tipo di problema più complesso, non solamente perché nel caso delle abitazioni distrutte lascia per un periodo oltre 200 mila persone senza un tetto dove vivere, ed altre centinaia di migliaia con case che devono essere riparate, ma perché la ricostruzione e la ristrutturazione implica investimenti finanziari milionari ed obbligatoriamente anni d’intenso lavoro».

I principali danni di Gustav in altri settori

«La valutazione preliminare dei danni di Gustav riflette che i più importanti si sono verificati nel comune speciale dell’Isola della Gioventù e nella provincia di Pinar del Rio, principalmente nelle località di San Cristóbal, Los Palacios, Consolacion del Sur, Viñales, La Palma, Minas di Matahambre, Candelaria e Bahia Honda.
(…) La situazione è critica nelle 120.105 case danneggiate da Gustav nella provincia di Pinar del Rio, in particolare nei comuni de Los Palacios e San Cristóbal. Associati ai danni alle case, ci sono quelli alle cisterne per immagazzinare acqua negli edifici, che superano la cifra di 4.000.
Nella regione occidentale del paese si riportano seri danni alla rete elettrica:
Nella linea di trasmissione di 220 chilowatt Mariel/Pinar del Rio sono stati distrutti 137 tralicci e 13 in quella di 110 chilowatt.
4.500 piloni abbattuti, 530 trasformatori e 5.000 lampioni danneggiati.
Nel comune speciale dell’Isola della Gioventù è stato danneggiato il 100% delle linee elettriche.
Nell'occidente del paese, hanno registrato perdite totali oltre 55.700 ettari di differenti coltivazioni, principalmente ortaggi e canna da zucchero. Sono stati danneggiati, inoltre, 877 campi e 392 orti intensivi.
Ha danneggiato seriamente l’80% dell'avicoltura dell'Isola della Gioventù, e totalmente quella degli otto
Sono stati distrutti 3.414 essiccatoi di tabacco e 1.590 danneggiati, ed inoltre oltre 800 tonnellate di prodotto.
Sono stati danneggiati oltre 180 mila ettari di piantagioni forestali.
Nella produzione industriale di alimenti: sono state colpite sostanzialmente per la perdita totale dei tetti, anche se disponevano di generatori elettrici, 28 panetterie, 8 pasticcerie ed un'impresa di conserve di frutta e vegetali.
Danni per 4.355 tonnellate d’alimenti in magazzini e negozi.
Nel campo della salute, nella regione occidentale, hanno subito considerevoli danni 314 strutture, tra cui: 26 ospedali, 18 policlinici, 191 ambulatori, 14 case di riposo e 42 farmacie; anche in questo caso la situazione più critica è nell'Isola della Gioventù ed in vari comuni di Pinar del Río, quali: San Cristóbal, Los Palacios, La Palma e Consolación del Sur.
Nell’educazione sono stati interessati 1.160 centri educativi, tra cui: comuni di Pinar del Rio dallo stesso interessati.599 a Pinar del Río, 218 in Provincia Avana, 225 nella Città dell'Avana e 87 nell'Isola della Gioventù.
Sono state colpite importanti installazioni del porto di Nueva Gerona, con danni nell'aeroporto del comune speciale, pregiudicando praticamente tutto il trasporto passeggeri».

Principali danni causati da Ike.

«Senza essere stata ancora conclusa la valutazione, il 12 settembre, al termine di questo rapporto, i maggiori danni per territorio sono riscontrati nelle province indicate, e principalmente nei seguenti comuni:
Guantánamo, i comuni di Baracoa e Maisí.
Holguín, principalmente il capoluogo, Banes, Antilla, Moa, Rafael Freyre, Mayarí e Gibara.
Las Tunas, il capoluogo, Puerto Padre, Manatí e Jesús Menéndez.
Camagüey, il capoluogo, Nuevitas, Guáimaro, Najasa, Florida, Sibanicú, Minas e Santa Cruz del Sur.
Ciego de Ávila, il capoluogo, Venezuela, Baraguá e Majagua.
Sancti Spíritus, il capoluogo, Trinidad e La Sierpe.
Villa Clara, Manicaragua, Encrucijada, Santo Domingo e Sagua la Grande.
Cienfuegos, Cumanayagua e Aguada de Pasajeros.
Matanzas, il capoluogo, Unión de Reyes, Calimete, Perico e Jagüey Grande.
Danni sono riscontabili in tutti i comuni di quelle province. Le perdite negli altri comuni non saranno ignorate.
In quanto ai danni fondamentali, si riportano perdite importanti nelle province dell’Avana e della Città dell'Avana, benché non con una percentuale così alta come nel resto del paese.
Pinar del Río e l'Isola della Gioventù sono stati nuovamente spazzati dai venti, e questa volta in forma maggiore anche dalle piogge. Gli effetti dell'uragano hanno tardato a scomparire.
Il servizio elettrico è stato colpito praticamente in tutto il paese, rimasto al buio per l'effetto diretto dei venti e delle intense piogge intense, oltre per le misure di protezione adottate per evitare danni maggiori.
L’attività di ripristino hanno subito delle complicazioni in quasi tutto il territorio nelle 24 ore successive all’uscita in mare del fenomeno naturale.
In un primo momento, l’erogazione è stata ristabilita grazie a micro sistemi elettrici, utilizzando dei gruppi elettrogeni, sostituendoli con il graduale ripristino del Sistema Elettro-energetico Nazionale, eccetto che nelle province di Santiago de Cuba, Granma e parte di Guantánamo, dove è stato possibile il collegamento con la centrale termoelettrica di Renté. La provincia di Pinar del Río ed il comune speciale dell’Isola della Gioventù ricevono il servizio ancora grazie ai micro sistemi, che saranno utilizzati finché, nel più breve tempo possibile, non saranno terminati i lavori di ricostruzione delle linee di trasmissione.
(...)Nella Capitale funzionavano ancora i pozzi per l’erogazione del gas di città. Nell’impresa Energás stava funzionando una sola turbina e perciò erano operativi alcuni pozzi che forniscono gas al sistema.
Sono presenti interruzioni generalizzate nelle comunicazioni dovute alla caduta di alberi, pali telefonici e tralicci, mentre non risultano attive alcune stazioni televisive comunitarie.

A causa di Ike, sono riportati danni in 205 installazioni agricole per la coltivazione protetta e nella maggioranza delle strutture per la coltivazione semi-protetta.
Per l'azione combinata della pioggia e del vento nella zona orientale del paese, hanno sofferto perdite le maggiori aree di produzione del caffé, quali Mayarí, Sagua de Tánamo, Maisí e la provincia di Granma.
Sempre nelle province orientali, sono andati perduti 32.305 ettari di bananeti ed oltre 10 mila ettari di altre coltivazioni.
Al momento, si riportavano perdite superiori a mezzo milione di volatili da cortile, di cui circa 100 mila sono stati abbattuti e venduti alla popolazione. I danni alla produzione avicola sono significativi a Sancti Spíritus, Matanzas, Las Tunas y Camagüey.
Risultano piegati dal vento 156.600 ettari di canna da zucchero, altri 518.879 inondati, mentre sono andati perduti 3.895 ettari di canna nuova; approssimativamente 40 mila tonnellate di zucchero dovranno essere rielaborate poiché si sono bagnate.
Sono riportati notevoli danni anche in altre aree coltivate dal Ministero dello Zucchero, e colpiti oltre mille ettari che producono banane, riso, fagioli ed altre coltivazioni, compresi gli orti.
In generale, nelle installazioni industriali si riscontrano gravi danni ai tetti ed alle finestre. Tutte le fabbriche, per varie cause, hanno interrotto la loro produzione, e molte si trovano ancora in questa situazione.
Il Ministero di Commercio Interno riporta che nei suoi magazzini i danni ammontano a 49.000 tonnellate, i più gravi nei Magazzini Centrali di Holguín, dove si registrano serie perdite, pari a 12.750 tonnellate di prodotti e danni in 1.111 negozi.
Sono indicate la distruzione parziale o totale di 2.642 strutture del Ministero dell’Educazione, fondamentalmente tetti e finestre, in 186 asili, e seri danni negli Istituti Pedagogici di Holguín, Las Tunas y Camagüey.
Il Ministero dell’Educazione Superiore ha informato di danni nelle università di Cienfuegos, Sancti Spíritus, Matanzas, Villa Clara, Holguín, nella sede distaccata di Puerto Padre a Las Tunas e nell’Istituto Agrario dell’Avana.
Si registrano danni in 146 istituzioni culturali ed in 82 strutture sportive, tra cui 6 Scuole d’Avviamento allo Sport (EIDE), 13 Scuole ed Accademie Superiori di Perfezionamento Atletico (ESPA), 2 Facoltà d’Educazione Fisica, 5 stadi provinciali e 32 comunali di baseball, 8 strutture polivalenti, 13 scuole comunitarie e 2 centri natatori.
Nelle strutture sanitarie i maggiori danni sono nei servizi di ostetricia degli ospedali Enrique Cabrera, Aballí, Ostetrico e Ginecologico Eusebio Hernández, 10 de Octubre, William Soler, ed inoltre in quello Ortopedico Fructuoso Rodríguez.

Sono segnalati danni nelle vie di comunicazione a causa della caduta di alberi ed inondazioni. Nel terrapieno di Cayo Coco sono danneggiati tutti i ponti e le condutture idriche. La strada La Farola, nella provincia di Guantánamo, è percorribile con massima precauzione; sono ispezionati i tratti Las Tunas-Holguín e Holguín-Moa, mentre rimane interrotta in due tratti l'Autostrada Nazionale. In tutto il paese risultano danneggiati migliaia di chilometri di strade.
Sono chiusi 7 porti e segnalati gravi danni ai tetti dei loro magazzini a Vita, Carúpano e Nuevitas,, con problemi nella segnaletica d'entrata in porto.
In quanto al volume d’acqua accumulato nei 239 bacini artificiali del paese, amministrati dall'Istituto Nazionale delle Risorse Idrauliche, il 12 di settembre ammontava a 7.891,5 milioni di metri cubici, l’86% del totale della capacità utilizzabile con un aumento pari a 1.791 milioni di metri cubi rispetto a venerdì 5 settembre.
Stanno debordando 128 bacini artificiali, 94 in più prima del passaggio di Ike.
Nell'ultima settimana tutte le province, eccetto il comune speciale dell’Isola della Gioventù, hanno aumentato il volume dei loro bacini. Sono oltre il 90% delle loro capacità quelli di Pinar del Río, Villa Clara, Cienfuegos, Holguín, Granma e Guantánamo; Santiago de Cuba si trova oltre il 99%. Quattro province superano l’80%.
Molte altre informazioni e dati potrebbero completare il panorama che, in meno di un mese, ha lasciato nel paese l'impatto di quattro fenomeni meteorologici, ed in particolare, per la loro capacità distruttrice, gli uragani Gustav ed Ike. Come mai prima d’ora, il paese è stato devastato nella sua infrastruttura economica, sociale ed abitativa...».

18 settembre 2008

La strage di Orfila

Come ci ricorda lo scrittore cubano Humberto Vázquez García, nel suo interessante libro “El Gobierno de la Cubanidad” (Editorial Oriente), il mandato presidenziale di Ramón Grau San Martín (1944-1948) rappresenta un periodo un po’ deludente per le aspettative dei cubani. Era infatti nato con delle ottime intenzioni e con un grandissimo consenso popolare, guidato da un politico brillante, medico autorevole e professore della cattedra di fisiologia dell’Università dell’Avana, combattente rivoluzionario tornato dall’esilio.
Gli anni di questo governo vengono però ricordati per la loro pericolosità ed una cruenta lotta di potere tra i vari gruppi politici. Un uomo del carisma di Eduardo Chíbás, segnalandone la corruzione, lo chiamò il Governo de la Kubanidad, alludendo, anche dal punto di vista grafico, al famoso paragrafo K della Legge n.7 dell’aprile 1943, che prevedeva un aumento fiscale a favore della creazione di nuovi posti per professori e maestri, ma che alla fine favorì personaggi che non si fecero molti scrupoli nella gestione dei fondi. Questa legge, nata sotto il governo costituzionale di Batista, fu dapprima osteggiata dal Partito Rivoluzionario Cubano (Autentico) mentre si trovava all’opposizione, ma accettata quando vinse le elezioni. Sarà un po’ il leitmotiv della politica di Grau, che ammiccherà all’elettorato popolare, senza dimenticarsi di quello benestante, ricordando ai vicini del Nord, d’essere “rivoluzionario”, ma non comunista. È in questo clima che operano bande e gruppi d’azione che, sempre per interesse personale, fungono da veri i propri “bracci armati”, uccidendo ed attentando all’incolumità pubblica.
Era infatti passato circa un anno dall’uccisione del giovane Luis Joaquin Martinez Saenz, figlio del Ministro senza portafoglio, che l’Avana viene scossa da un nuovo gravissimo fatto di sangue, passato alla storia con il nome di “Matanza de Orfila”. Infatti, nonostante l’anno sia stato costellato da numerosi attentati, di cui una ventina mortali, questa sarà una vera e propria strage. Tutto inizia il 5 di settembre 1947, quando “ignoti” sparano la bellezza di 60 colpi contro l’autovettura del comandante Emilio Tro Rivero, posteggiata sotto casa. Il bersaglio dell’attentato non si trova nel mezzo, ma da subito si capisce che è in corso un regolamento di conti. Tro è stato infatti da poco nominato da Grau istruttore per la preparazione e la disciplina militare della Polizia Nazionale. È un uomo d’azione, che ha combattuto durante la seconda guerra mondiale con gli americani e che nel 1946, tornato a Cuba, ha fondato l’Unione Insurrezionale Rivoluzionaria. Ha due nemici giurati, i già conosci
uti Orlando León Lemus, detto El Colorado e Mario Salabarría (capo del famigerato SIEE). La risposta è quindi immediata ed il 12 settembre il capitano Raúl Ávila Ávila, detto il Lechoncito, capo della Buon Costume e presunto autore dell’attentato, muore crivellato in un negozio del Vedado. Salabarría, usando i suoi metodi “poco ortodossi” raccoglie le cosiddette informazioni testimoniali ed una persona identifica quale autore del crimine Luis Padierne Labrada, un uomo di Tro.
Ricevuto il mandato di cattura dal giudice istruttore, il 15 settembre Salabarría si reca nel reparto Orfila, a Marianao, dove vive l’ufficiale della polizia Antonio Morín Dopico. Salabarría è infatti venuto a sapere che Tro sta pranzando in casa del collega in compagnia d’amici e quindi fa circondare la zona. Inizia una vera e propria battaglia, trasmessa dal vivo dal giornalista di Radio Reloj Gérman Pinelli e ripresa dal cameraman Eduardo "Guayo" Hernández, del cinegiornale nazionale. Successivamente Pinelli trasmetterà i fatti durante il suo programma “Reporter Canada Dry” dell’emittente CMQ. Gli asserragliati si rendono conto d’avere poche possibilità di uscirne vivi e Tro invia delle persone di fiducia per chiedere l’intervento dell’esercito; nel frattempo comuni amici si recano direttamente da Grau. Mentre i militari della caserma di Columbia s’organizzano aspettando ordini, il presidente riferisce d’accusare una forte febbre. Passa così il tempo e quando i carri armati arrivano, Tro ed i suoi hanno già deciso per la resa. Il lancio di lacrimogeni li ha costretti a ritirarsi nel bagno ed in casa si trovano donne e bambini. Il primo ad uscire è infatti Morín Dopico che tiene in braccio la figlioletta di 10 mesi, ferita. Sicuri della protezione della bandiera bianca, escono allo scoperto anche gli altri, ma improvvisamente dalla parte degli assedianti parte una scarica di mitragliatrice che uccide Tro e la moglie di Morín Dopico, Aurora Soler Amor. Al termine della battaglia il bilancio è di sei morti ed otto feriti ed alcuni dei vincitori s’accaniscono sui cadaveri degli avversari. La riprovazione per l’accaduto, provoca un alterco tra gli stessi poliziotti intervenuti e solo la presenza militare, impedisce l’inizio di un nuovo conflitto a fuoco. Salabarría ed altri dei suoi vengono arrestati. Durante la notte è assassinato un uomo del SIEE, mentre il giorno successivo oltre tremila persone accompagnano i resti dei caduti nella strage d’Orfila.
Mentre le immagini dell’accaduto incominciano ad essere trasmesse nei cinema e l’eco di quanto successo si sparge per la città, il governo tenta in un primo momento di sospenderne la divulgazione. Varie prese di posizione da parte politica e soprattutto la decisione del capo dell’esercito Genovevo Pérez Dámera di convocare i direttori dei principali giornali perché possano visionare di persona il materiale, fa cambiare d’opinione al governo, preoccupato dall’aumento di popolarità dei militari. Il 18 settembre le stesse forze armate effettuano una scrupolosa perquisizione nella casa del Capo della Polizia Nazionale, il colonnello Fabio Ruíz, mentre un alto ufficiale dell’esercito è nominato supervisore della polizia. In questa situazione, Eduardo Chibás spiega alla radio la sua posizione sull’accaduto e, condannando i fatti di sangue attribuibili a Tro, indica che l’ufficiale non uccideva alle spalle, non ammazzava le donne, non rubava e non partecipava alle speculazioni della borsa negra, che, al contrario, aveva sempre avversato. L’insigne uomo politico, sottolinea inoltre le responsabilità del governo, perchè in effetti il movente, o i moventi, sono da ricercare nei turbolento clima creatosi in quegli anni. È vero che si parlerà anche d’antipatie personali e di borsa negra, ma sta di fatto che probabilmente non fu solo uno scontro all’interno degli organi di polizia. La sentenza della causa numero 95/947 emessa il 6 marzo 1948 dal Tribunale Superiore della Giurisdizione della Guerra e della Marina, non condannerà a 30 anni solamente il comandante Mario Salabarría Aguiar, ma anche una serie di persone estranee alle forze dell’ordine, come appunto El Colorado. Questi si renderà latitante fuggendo all’estero, ma anni più tardi, nel 1954, non riuscirà nell’impresa di scappare ai sicari di Batista.

15 settembre 2008

Para...guai.

Dopo il passaggio degli uragani, inizia la ricostruzione, che metterà a dura prova l’impegno delle istituzioni cittadine. Prendiamo quindi spunto per vedere com’era l’amministrazione comunale nel passato. Come abbiamo già notato gli amministratori avaneri dei secoli scorsi non si sono contraddistinti tutti per la loro onestà. D'altronde il posto di sindaco, o di consigliere comunale, di una delle città più ricche del mondo era sicuramente ambito e tentatore. Bisogna infatti pensare che, per importanza, la nomina a primo cittadino della Capitale, era seconda solamente a quella del Presidente della Repubblica. Tra tasse, contributi e tributi, le casse comunali erano sempre piene, con una straordinaria autonomia di gestione. Per questo motivo, per esempio, il presidente Estrada Palma destituì nel 1906 i sindaci che non appoggiavano la sua rielezione; nel 1952, Batista levò di mezzo quelli che si rifiutarono di giurare lo Statuto con cui intendeva legalizzare il suo colpo di stato del 10 marzo; arrivando a Gerardo Machado, che con un colpo di spugna, abolì nel 1931 il comune e l’elezione per suffragio del sindaco, inventandosi un Distretto Centrale con a capo una persona designata dallo stesso presidente, che durò fino alla caduta della dittatura, avvenuta nel 1933. Il comune dell’Avana ha però saputo dimostrare anche il proprio valore, come nei giorni dell’occupazione da parte delle truppe inglesi al comando del Conte de Albermale (1762-1763), esigendo dagli invasori il rispetto per le persone e per i beni; oppure contrastando la stessa Corona di Spagna, impugnando nel 1551 le disposizioni del re sul valore della moneta.
I primi due sindaci ricordati dalle cronache storiche sopravvissute, sono quelli nominati nel 1550, ossia Juan Rojas y Pero (Pedro) Blasco. Sebbene poi nei secoli i metodi siano cambiati, a quel tempo era infatti abitudine degli avaneri riunirsi il 1° gennaio nella piazza pubblica ed eleggerne due. Questi esercitavano l’incarico parallelamente e con identici poteri. Probabilmente i primi abitanti dell’Avana non avevano tutti i torti, perché uno controllava l’operato dell’altro (a meno che, per la par condicio…).
L’ultimo del periodo spagnolo fu il Marchese de Esteban che esercitò il suo mandato dal giugno del 1898 al primo gennaio 1899, lasciando il posto al prefetto Lacoste che ricevette la gestione direttamente dalle mani delle truppe americane. Il 16 giugno 1900, il generale dell’Esercito Libertador, Alejandro Rodríguez, a cui eressero un monumento in Paseo y Linea, fu il primo sindaco eletto con suffragio universale. Uomo d’azione, non resistette molto alla scrivania e tornò nelle forze armate.
Nel tempo si succedettero uomini onesti e meno, tanto che un improbabile “Fiscal” Antonio de Pedro, avrebbe avuto qui il suo bel daffare. In Comune lavorarono però anche uomini integerrimi come Miguel Mariano Gómez, che costruì l’Ospedale Infantile América Arias, dal nome della madre, conosciuto ancora oggi come Maternidad de Línea, in calle G y Linea, e che a fine mandato lasciò quattro milioni di pesos nelle casse comunali. Oppure Manuel Fernández Supervielle che si sparò per onore, rendendosi conto che non avrebbe potuto mantenere la promessa di costruire il nuovo acquedotto, risolvendo il problema idrico dell’Avana.
Un fatto curioso è quello capitato a Justo Luis del Pozo, l’ultimo sindaco della capitale, legato politicamente a Batista, che nel 1952 gli aprì la strada per il Comune. I figli del sindaco s’occupavano intanto della Sanità e dell’Educazione cittadina. Sembra però, che nonostante l’importante sostegno politico di cui godeva, la notte del 31 dicembre 1958 al sindaco scappò qualche dettaglio. Si recò infatti nella cittadella militare di Columbia, fece gli auguri al Presidente, un brindisi e se ne andò casa sua, in un edificio di Linea y O. Durante la notte una telefonata l’avvisò che Batista era fuggito. Non si scompose, riempì la valigia, prese l’ascensore e dopo dieci secondi entrò in Paraguai: due piani più sotto si trovava infatti l’ambasciata del paese sudamericano.

12 settembre 2008

L'Avana: la Piazza della Rivoluzione

La storia dell’attuale Piazza della Rivoluzione José Martí, scenario nel corso degli anni di gremitissime manifestazioni, ha inizio nel lontano 1937, quando con decreto presidenziale fu creata un’apposita commissione incaricata di selezionare il progetto adeguato per la costruzione di un monumento all'Apostolo.

Nonostante tre successivi concorsi e 76 progetti presentati, solo il 7 ottobre 1943, un anno prima della scadenza del mandato presidenziale costituzionale di Fulgencio Batista Zaldivar, si arrivò ad una decisione.
Una maggioranza di 11 voti si pronunciò a favore del progetto-tempio dell’architetto Aquiles Maza e dello scultore Juan José Sicre, 5 per il progetto-biblioteca degli architetti Evelio Govantes e Felix Cabarrocas e, all’ultimo posto, con solo 3 voti, il progetto-obelisco dell’ingegner Enrique Luis Varela, degli architetti Raul Otero, Juan Labatut, Manuel Tapia Ruano e dello scultore Alexander Sambugnac.
Batista esaminò i plastici e la commissione nominò Sicre direttore tecnico e Maza direttore artistico e fu avviato l’iter per l’esproprio dei terreni della “
Loma de los Catalanes”, così si chiamava allora la zona.

La piazza nel progetto-tempio di Sicre-Maza, vincitore del premio.

Nel 1944, la vittoria alle elezioni generali di Ramon Grau San Martin, mandò il progetto nel dimenticatoio e, solo nel 1949, Antonio Varona, primo ministro di Carlos Prio Socarras, resuscitò la commissione, senza nulla di fatto. Nel frattempo, però, sempre sulla Piazza Civica, così si chiamava allora, erano cominciati i lavori di costruzione del Palazzo delle Comunicazioni, oggi sede di tal Ministero.
Arriviamo così al 1952 ed al colpo di stato di Batista. In vista del centenario della nascita di Martì, l’idea riacquistò nuovo impulso. La commissione, però, decise che, a causa della riduzione dello spazio disponibile, da due milioni di metri quadrati a 500mila, non sarebbe stato realizzato il progetto vincitore, quello di Sicre-M
aza, ma - guarda caso - quello dell’ingegner Varela, nominato da Batista, nientemeno che ministro delle Opere Pubbliche...

I vincitori del ’43, difesi dal professor Julian Modesto, presentarono ricorso contro la decisione della Commissione al Tribunale del Contenzioso Amministrativo dell’Avana, ma vedendo la piazza oggi sembra chiaro che non la spuntarono. La piazza, oltre al monumento a Martì, avrebbe ospitato anche il Palazzo di Giustizia, la Corte dei Conti (attuale sede del Ministero degli Interni, noto per la scultura di bronzo del Che), la Biblioteca Nazionale che sarebbe stata costruita sul progetto di Govantes-Cabarrocas, il Palazzo di Città dell’Avana (oggi Ministero delle Forze Armate Rivoluzionarie) ed il Teatro Nazionale.
La CMQ, nel febbraio 1953, nel pieno della polemica, dedicò un’infuoca tavola rotonda alla strana vicenda della non più Piazza Civica ma Piazza della Repubblica, alla quale parteciparono tutti i protagonisti.
Al progetto originale di Varela, un obelisco alto cento metri con una pianta a stella a cinque punte – quello che vediamo oggi -, dopo le insistenze popolari, venne aggiunta una statua dell’Apostolo, alta 18 metri ed in marmo dell’Isola dei Pini, che fu affidata, forse anche per calmare le acque, allo scultore Sicre. I terreni costarono 3 milioni di pesos ed il monumento 3,5 milioni. Per i lavori, durati dal 1953 al 1958, furono utilizzati 20mila metri cubici di calcestruzzo, 40mila quintali d’acciaio e 10mila tonnellate di marmo per i rivestimenti.
Nel 1957, alle spalle del monumento, terminarono i lavori per la costruz
ione del Palazzo di Giustizia, ora Palazzo della Rivoluzione. Ha una superficie di 72mila metri quadrati ed un perimetro di un chilometro. L’edificio è costituito da tre corpi uniti da ampie gallerie. La parte centrale era destinata al Tribunale Supremo, alla destra c’era il Tribunale dell’Avana, mentre quello alla sinistra ospitava la pretura e il Tribunale Elettorale Superiore. Dopo i sostanziali lavori degli anni ’60, che ne hanno modificato gli interni, ospita il Comité Central del Partito Comunista di Cuba, il Consiglio di Stato e quello dei Ministri.

La "loma de los Catalanos" prima dell'inzio dei lavori.

11 settembre 2008

La quiete dopo IKE


Passata è la tempesta: è oggi all'Avana un timido sole si è affacciato nuovamente tra le nuove e, finalmente, dopo quasi tre giorni di black-out è ritornata la luce a casa mia.
Ovviamente, IKE ed il black-out, non hanno permesso né a me né a Stefano di aggiornare il blog, ormai fermo a lunedì, con le notizie pre-ciclone.
Nel percorso da casa mia al lavoro (Marianao-Plaza de la Revolucion), stamattina ho potuto notare i segni lasciati da IKE. La maggior parte dei semafori era in ancora in tilt, intere zona dell'Avana ancora senza luce e grossi rami spezzati dalla forza del vento. In avenida 51, sempre a Marianao, poco prima dell'incrocio con calle 100, si è verificato un crollo parziale di una casa.
La situazione nell'oriente cubano sembra invece più drammatica, anche se danni, più o meno gravi, si sono registrati in tutto il paese. Proprio oggi, leggevo le stime provvisorie dei danni causati dai cicloni Gustav ed Ike: oltre 320mila case danneggiate, in modo parziale o totale. I morti, purtroppo, questa volta sarebbero 7, di cui uno anche nella capitale, vittima di un crollo di un edificio, nel tratto di Malecon che appartiene al municipio Centro Avana.
A casa mia, grazie ai venti non eccessivamente forti ed ai lavori di messa in sicurezza (serbatoio dell'acqua e vetri delle finestre) non abbiamo avuto nessun problema, se non come già vi dicevo in precedenza quello dell'elettricità.
Nella giornata di martedì, i Lada bianchi della Protezione Civile, hanno percoso più volte le strade di Marianao, e credo di tutta L'Avana, dotate di megafoni per informare sulla traiettoria dell'uragano, invitando i cittadini a non uscire di casa durante l'orario del passaggio. Anche questa volta tutto è andato per il meglio.
Speriamo che, per il resto della temporada ciclonica, che terminerà solo il 30 novembre, non ci siano più sorprese...

08 settembre 2008

Cuba: l'uragano IKE

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Aggiornamento ore 14.10 cubane

L'Avana, ore 14.10 cubane - L'uragano IKE è uscito dal territorio cubano ed è nuovamente sul mare, al sud della provincia di Ciego de Avila. Il centro dell'uragano IKE alle ore 14.00 cubane era stimato a 130 km all'ovest di Camaguey e a 405 km all'est-sudest dell'Avana. Si muove verso l'ovest ad una velocità di 22 km/h, però nel corso della giornata dovrebbe spostare il suo asse in direzione ovest-nordest. Con questa traiettoria il centro dell'uragano IKE si muoverà al sud della costa meridionale di Cuba nella giornata di oggi, e domani sulla parte occidentale dell'Isola, per salire al Golfo del Messico nella notte di martedì.
Continuano le forti piogge nelle province orientali e centrali. I venti massimi sono stabili a 160km orari con raffiche superiore. Continua ad essere un uragano di categoria 2 della scala Saffir-Simpson.
All'Avana, in questo momento, per quello che vedo dalla finestra del mio ufficio, il cielo è sempre parzialmente coperto ed il vento leggermente più forte.
Gli operai, intanto, a casa mia, hanno terminato i lavori per assicurare il serbatoio d'acqua che abbiamo sul tetto. Mi resta solo di protegere le finestre.

Per mantenervi aggiornati potete consultare il sito dell'Istituto di Meteorologia di Cuba o quello del National Hurrican Center.

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Aggiornamento ore 12.50 cubane

L'Avana, ore 12.45 cubane - La provincia dell'Avana è passata alla fase di "Allerta Ciclonica". Il cielo è ancora poco nuovoloso ed il vento comincia a farsi sentire. Alle ore 11 il centro di IKE si trovava a 70 km all'ovest-sudest di Camaguey e a 465 km est-sudest dell'Avana.
I venti massimi sono di 160 km/h con raffiche superiori si estendono fino a 95 chilometri dal centro dell'uragano, che è ancora di categoria 2 della scala Saffir-Simpson.

Continuano le forti piogge nella regione orientale e le mareggiate nel litorale da Holguin a Ciego de Avila. Già nel corso della nottata venti con forza d'uragano dovrebbero interessare parte della provincia di Matanzas. Sempre nel corso della notte, i venti con forza di tormenta tropicale (ovvero con velocità massima sostenuta inferiore ai 118 km/h) che si estendono fino a 325 chilometri dal centro di IKE, dovrebbero interessare anche la provincia dell'Avana.
Come potete notare dalla foto, la traiettoria di IKE, per il momento, ha subito un cambiamento rispetto alle proiezioni della mattinata, lasciandosi ad est l'Avana e puntanto nuovamente, purtroppo, verso Pinar del Rio.

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Situazione alle 9.24 cubane

L'Avana, ore 9.24 cubane - L’uragano IKE, come sicuramente sapete, alle 20 di ieri domenica, ha toccato suolo cubano, entrando dal litorale nord della provincia di Holguin, nelle vicinanze di Punta Lucrezia.
Le immagini delle mareggiate verificatesi a Baracoa (vedi le foto), trasmesse nel corso della nottata dalla televisione cubana, erano veramente impressionati: le onde raggiungevano edifici alti cinque piani.
Questa mattina, alle ore 8, l’occhio del ciclone IKE era stimato a 35 chilometri al sud di Camaguey. I venti massimi sostenuti sono di 165 chilometri orari, con raffiche superiori. IKE ora è un uragano di categoria due della scala Saffir-Simpson. E’ possibile un suo ulteriore de
bilitamento, e me lo auguro fortemente. Si registrano forti piogge in tutta la regione orientale, che si estenderanno gradualmente da Villa Clara e Sancti Spíritus fino a Matanzas.
Il suo passaggio sulla provincia della Città dell’Avana, vendendo i grafici realizzati dai meteorologici, appare ormai quasi scontato, salvo variazioni dell’ultimo momento. E’ previsto nel tardo pomeriggio/serata di domani.

Nella Capitale è possibile osservare, quasi ovunque, i preparativi per affrontare il passaggio di IKE.
Personalmente, nel pomeriggio, condizioni meteorologiche permettendo, mi dedicherò a proteggere le finestre di casa mia con pannelli di compensato e ad assicurare il se
rbatoio dell’acqua che ho sul tetto. Speriamo bene. L'avevo detto che IKE m'impensieriva...

06 settembre 2008

Ike...cavolo!

Approfittando che il mio intranet funziona anche i festivi, risponderò, in qualità di vicedirettore, correttore di bozze e tutte le altre mansioni che il Direttore, bontà Sua, mi delega (tra l’altro il caffé pomeridiano durante le riunioni di redazione), al nostro affezionato lettore Pumario. Di questo incontro ne ho parlato oggi con il famoso Marco Cubanite, che essendo interista, s’intende di calcio… Non potremo andare a vedere la partita per vari motivi, tra l’altro un “piccolo inconveniente” che ha già provocato un po’ di pioggia ed il primo classico “apagon”. Se a circa due giorni di cammino da Cuba, ci porta già i black out, temiamo che i nostri appunti randagi diventeranno “grattacapiavaneri". Stiamo parlando del fratello di Gustav, Hanna, Josephine, insomma l’ultimo arrivato, l’uragano Ike. La sua probabile traiettoria ci spaventa, perché prevede un’incursione diretta in terra cubana ed un passaggio sull’Avana. Gli avaneri mi dicono che normalmente quando un uragano entra da Oriente perde già abbastanza forza, sarebbe peggio se costeggiasse, un po’ com’è accaduto nell’Isola della Gioventù. Per sdrammatizzare, parleremo quindi un po’ di “fútbol”.
Praticamente adesso (mentre scrivo sono le 8 meno un quarto), stanno entrando in campo le due formazioni che si affronteranno nello stadio Pedro Marrero. Nell’intervista prima della partita il tecnico tedesco Reinhold Fanz, alla guida della selezione cubana, ha parlato che le armi per neutralizzare gli statunitensi saranno aggressività, possesso di palla e contropiede. Insomma basta solo che si vestano di nerazzurro e poi mi ricordano la Beneamata. Le due nazionali sono impegnate nelle qualificazioni della Coppa del Mondo Sudafrica 2010 ed insieme a Trinidad & Tobago e il Guatemala fanno parte del gruppo A della Confederazione del Nord, Centro America e Caraibi (CONCAF). Nella prima partita del 20 Agosto, Cuba ha perso 3 a 1 contro Trinidad & Tobago, mentre gli Usa hanno vinto 1 a 0 contro il Guatemala. L’allenatore americano Bob Bradley spera in una vittoria, ma non sottovaluta il talento dei cubani che l’anno scorso hanno messo in difficoltà il Messico durante la Copa de Oro. Ecco le probabili formazioni:
Cuba: Dany Quintero, Silvio Pedro Miñoso, Yenier Márquez, Jorge Clavelo, Carlos Serrano, Reysander Fernández, Jaine Colomé, Yosvani Caballero, Hensy Muñoz, Leonel Duarte, Roberto Linares.
Stati Uniti: Tim Howard, Eddie Lewis, Steve Cherundolo, Oguchi Onyewu, Carlos Bocanegra, Heath Pearce, Michael Bradley, Pablo Mastroeni, Clint Dempsey, Landon Donovan, Brian Ching.
Parlando di calcio, colgo l’occasione per fare gli auguri di buon compleanno (in ritardo) a quello sfegatato interista di Marco ed i complimenti per i cinque anni del suo Cubanite (il nostro “Corriere dell’Avana”).
Aggiornamento: USA 1 - Cuba O. Gol di Clint Dempsey al 39' p.t. (07/09/2008)

04 settembre 2008

È finita la pacchia: tutti a scuola!

È settembre, tutti a scuola. Anche a Cuba inizia infatti il nuovo anno scolastico. Passato Gustav, da Cabo San Antonio a Punta Maisí, migliaia di ragazzi delle campagne e della città ricominceranno a studiare.
All’Avana vedremo soprattutto i piccoli della “primaria” (i sei anni delle scuole elementari), quelli della “secondaria” (i tre anni delle medie inferiori) e quegli degli istituti tecnici (tre anni). Non vedremo molto le uniformi dei licei e delle scuole d’arte che frequentano istituti nelle campagne (o comunque fuori città, come nel caso della prestigiosa Lenin) e che studiano all’interno di collegi, tornando a casa solo il fine settimana. Quindi osserveremo molte camicie bianche con gonne e pantaloni bordeaux (le elementari), ocra (le medie), marroni (gli istituti tecnici) e solamente di sfuggita quelle bianche con gonne e pantaloni azzurri (i licei) ed a quadretti, abbinati a gonne e pantaloni azzurri (le scuole d’arte).
I piccolissimi del “preescolar”, che assomigliano alla nostre primine senza il salto alla seconda classe, vestiranno la stessa uniforme delle elementari, senza però l’agognata “pañoleta”, il fazzoletto azzurro che avranno a fine corso. Dal primo anno fino al terzo infatti alle elementari si porta di questo colore, a partire dal quarto fino al sesto grado sarà rosso. Arrivati alle medie, scompare. È obbiettivamente un merito che a queste latitudini così tanti ragazzi abbiano il diritto a studiare, infatti, come è noto, la scuola è gratuita.
Per la mia famiglia questo è un anno speciale, la più grande incomincia la quarta, l’anno più difficile dell’elementari cubane, mentre la piccola entra a scuola. Non sono le uniche “straniere” della loro scuola, incontreranno bambini cinesi, coreani e vietnamiti, e come tutti gli alunni cubani riceveranno gratis i libri, alcuni quaderni e delle matite. Ai genitori spetterà rinforzarne la dieta con la merenda e pagare il “seminternado”, cioè la mensa.
L’orario è dalle 8 alle 16 e 20, dal lunedì al venerdì. S’inizia con la cerimonia del “matutino”, dove si canta l’inno della scuola, si ascoltano le ultime novità dalla direttrice ed alla fine s’intona la Bayamesa, l’inno nazionale, con l’alza bandiera del “paese dalla stella solitaria”. Poi lezioni fino a mezzogiorno, pranzo con un po’ di relax fino alle 2, poi di nuovo a studiare con le tele clases (i programmi didattici televisivi).
Alla fine sempre qualche compito, la famosa “tarea”, la delizia di mamma e papà, impegnati a tenere attenta una persona che già sta pensando di guardare i muñe (i cartoni animati) o a giocare. In mezzo a questo qualche lezione d’inglese extra, il balletto, ecc. Per la più piccola, la giapponese terribile, sarebbe ideale il tae-kwon-do (dal coreano “con le mani e con i piedi”), almeno si rilassa un po’. Però adesso che ci penso, forse il judo (la “dolce dottrina”)… beato Giovannino (Barba) che se ne sta con mammà!

02 settembre 2008

I danni di Gustav... ed un occhio ad Ike

Purtroppo, per motivi tecnici, non riesco a postare il video degli effetti di Gustav sull'Avana. Mi limiterò, quindi, a fornirvi alcune cifre. I forti venti legati all'uragano hanno provocato, nella capitale, 50 crolli di abitazioni, di cui due totali. La notizia, ripresa da Juventud Rebelde, però non specifica in quali municipi o quartieri si siano verificati. I danni alle linee elettriche sono stati ben 185, tutti risolti grazie anche all'aiuto di brigate giunte dalle altre province del paese.
Gustav nel suo passaggio sull'occidente cubano, ha stabilito il record dei venti massimi in raffica per Cuba, facendo registrare alla stazione meteo di Paso Real di San Diego (Pinar del Rio) l'impressionante velocità di 340 chilometri orari. Il direttore della stazione, Yosvany Izquiero, ha spiegato che alcune raffiche - probabilmente - hanno superato anche i 390 km/h.
Il precedente "record" era detenuto dall'uragano Fox che, nell'ottobre del 1952, fece registrare a Cayo Guano dell'Est, al sud di Cienfuegos, venti massima in raffica con una velocità di 280 km/h.
Un altro forte uragano, il 18 ottobre 1944, fecere registrare all'Avana venti con velocità di 262 km/h.
Dal 1799 al 31 agosto 2008, Cuba è stata colpita da un totale di 112 uragani, incluso il recente Gustav. Secondo uno studio realizzato dall'Istituto di Meteorologia, in questo lungo periodo, Pinar del Rio è stata colpita da 60 uragani, il municipio speciale dell'Isola della Gioventù da 52, la provincia dell'Avana da 44 e la Città dell'Avana da 40. Ovviamente, diversi uragani hanno colpito più province.
Ieri pomeriggio, invece, si è conclusa positivamente la ricerca di 5 pescatori di aragoste, dispersi con la loro imbarcazione. I cinque, sani e salvi, sono stati ritrovati nelle vicinanze della Ciénaga de Zapata.
Intanto, mentre ancora si quantificano i danni provocati da Gustav, veramente enormi nella provincia di Pinar del Rio e nell'Isola della Gioventù, nell'Atlantico, si sono formate ben altre tre tempeste tropicali, Hanna, Josephine e Ike. Le prime due non destano preoccupazioni, mentre IKE - vista la possibile traiettoria - m'impensierisce un poco. Ma, come vedete dalla foto, è ancora lontana.

01 settembre 2008

Brevissima su Gustav

Gustav è passato nel pomeriggio di sabato. Domani cercherò di postare un video, mentre oggi Stefano dovrebbe fornirvi ulteriori informazioni.
A casa mia l'elettricità è andata via sabato pomeriggio per fare ritorno solo alle 12.30 di oggi lunedì, con diversi problemi a causa della caduta di un palo della luce.
All'Avana i danni sono stati pochi. Principalmente alberi e rami caduti. Ieri pomeriggio tutti gli sfollati erano ritornati alle loro case, l'80% delle linee elettriche erano state ripristinate così come il gas di città.
Diversa la situazione a Pinar del Rio: ben 136 tralicci dell'alta tensione abbattuti e 12 della linea normale. il direttore generale dell'Unione Elettrica ha detto che il 100% delle linee è stato danneggiate.
A Cuba, Gustav ha causato 19 feriti, non i maniera grave, e fortunatamente nessun morto.
Ecco la galleria fotografica pubblicata dall'edizione odiera di Juventud Rebelde.
A domani.