30 aprile 2008

Giovannino ha due mesi!

Giovannino, mio figlio, il 28 aprile ha compiuto il suo secondo mese. A dire il vero è proprio un bravo bambino: piange pochissimo e la notte fa dormire a mamma e papà, che la mattina deve andare al lavoro.
Mangia tanto ed ha già superato i 6 kg! Bellissimi i tanti regali che zio Emilio, mio fratello, in viaggio da Panama, gli ha portato per l’occasione. Sono scomparse, nel frattempo, all'Avana le salviettine umide per pulire il bimbo dopo il cambio del pannolino... fortunatamente ne ho una buona scorta d'importazione personale! Nessun problema, almeno per il momento, per i pannolini, presenti nella maggioranza dei negozi. Anche di questi, però, per evitare sorprese e folli ricerche, ho fatto una buona scorta.

29 aprile 2008

Preparativi per il Primo Maggio

Fervono, all'Avana, i preparativi per la manifestazione del Primo Maggio. Da qualche giorno, infatti, a Plaza de la Revolucion José Martí, che ospiterà la sfilata della manifestazione nazionale, si vedono operai al lavoro.
L'agenzia AIN ha annunciato la partecipazione di oltre mezzo milione di persone al corteo, che sarà aperto dagli studenti dell'UCI (Università Scienze Informatiche) e chiuso dagli sportivi che parteciperanno alle prossime Olimpiadi di Pechino.
La manifestazione, oltre al Giorno Internazionale dei Lavoratori, «renderà omaggio al 50° Anniversario del Trionfo della Rivoluzione e il 70° della fondazione della CTC (Centrale Lavoratori di Cuba)».
In tutti i capoluoghi di province si svolgeranno analoghe manifestazioni, a Santa Clara è prevista la partecipazione di olte 140mila persone.

28 aprile 2008

Brevi da Cuba

AUMENTANO STIPENDI E PENSIONI
Dal prossimo maggio aumenteranno stipendi e pensioni: lo ha annunciato il governo cubano con un comunicato, pubblicato ieri dal quotidiano
Juventud Rebelde ed oggi dal Granma.
Il provvedimento, per ora, - come spiega il comunicato - riguarda i pensionati della Sicurezza e dell’Assistenza Sociale ed i lavoratori della Giustizia, per un totale di oltre 2.160.000 beneficiati, ovvero il 20% della popolazione. Gli aumenti, i primi dal 2005, vanno dal 20 al 55%.
In futuro, spiega sempre il comunicato “gli incrementi salariali e delle pensioni si realizzeranno in maniera graduale e differenziata, per settori e priorità, avanzando progressivamente, secondo le possibilità economiche del paese”.

GRAZIE MADDALENA!
Sabato pomeriggio, ho avuto il piacere di conoscere Maddalena, simpaticissima insegnante napoletana che vive e lavora a Parigi, che aveva visitato il mio blog.
Interessante la conversazione sulle comunità italiane residenti all’estero e la necessità, a volte, per noi immigranti, di un confronto con nostri connazionali.
Maddalena, gentilissima, con l'aiuto di altri compagni di viaggio, mi ha portato alcune italiche leccornie che qui a Cuba non avrei mai trovato. Ancora grazie!

24 aprile 2008

Cuba, 7.400 nuovi contratti di telefonia mobile

Cubacel, la divisione di telefonia mobile dell’ETECSA, dall’autorizzazione della commercializzazione di schede sim prepagate ai cittadini cubani, in solo 9 giorni (14-23 aprile), ha stipulato ben 7.400 nuovi contratti.
A renderlo noto ieri, nel corso di una conferenza stampa sulla “digitalizzazione telefonica”, sono stati gli stessi funzionari dell’ETECSA, la società telefonica cubana, partecipata in minoranza dalla nostra TELECOM, come informa oggi il quotidiano cubano Juventud Rebelde.
Il costo per l’attivazione della linea – ricordo - è di 111 cuc e non include il credito prepagato per le telefonate, che bisogna pagare a parte in tagli da 10 o 20 cuc.
A Cuba, il credito telefonico, è scalato all’effettuare e al ricevere telefonate, con prezzi che oscillano da 0,36 a 0,60 cuc per minuto.
La campagna di Cubacel “Llamame que no me cuesta”, in vigore fino al 13 dicembre prossimo e che non prevede addebiti per le chiamate ricevute dall’estero, sta generando, quotidianamente, una media di 50mila telefonate in entrata.
Cubacel, intanto, continua ad inviare sms ai vecchi clienti, annunciando “che saranno contattati nei prossimi giorni per ricevere informazioni sul cambio d’intestazione del contratto”.

23 aprile 2008

Te la do io Cuba!

Ieri, ho trascorso buona parte della giornata telefonando ai centri commerciali dell'Avana, in ricerca del NAN 1, il latte maternizzato che beve mio figlio, in aggiunta a quello della mamma che non sempre basta.
Fino a qualche settimana fa riempiva gli scaffali di tutti i supermercati della capitale: improvvisamente, però, come spesso capita qui a Cuba, si è "perso". La confezione che avevo a casa, intanto, era ormai agli sgoccioli.
Nel week end avevo visitato, infruttuosamente e sempre con lo stesso fine, diversi negozi: all’Avana Vecchia l’EPOCA (reparto alimentari in ristrutturazione) e la Harry Brothers, a Miramar 3ra y 70.
Ieri, armato di elenco telefonico, ho cominciato a contattare i maggiori centri commerciali. Sono stato preso dallo sconforto, quando anche dal fornitissimo e rinomato Palco mi hanno detto che il prodotto era esaurito. Armato di buona pazienza - viste le attese interminabili - ho continuato a comporre numeri di telefono (La Puntilla, Nautico, Flores, Carlo III, Ultra, 5y42, ecc.) fino a quando, alle 17.45, dal mercato delle Galerias de Paseo mi hanno detto che ne avevano ancora 12 confezioni.

A tutta velocità - relativamente per un non automunito - mi sono fiondato al centro commerciale, situato in 1ra e Paseo al Vedado. Arrivato al primo piano, all’interno del mercato, ho messo, nel carrello, tutte le 12 confezioni. Arrivato alla cassa, ho pensato che anche altri genitori potevano essere nella mia stessa situazione e così ho risposto, negli scaffali, 4 confezioni. Giovannino, già con 8, aveva il latte assicurato per alcuni mesi!

Nel corso di questi giri, ho potuto notare che è sempre più “critico” l’assortimento della pasta italiana. Alcune marche, come Pagani e Torre, sembrano essere scomparse. Anche gli spaghetti della Garofalo e dell’Antica Pasteria sono sempre più rari. Resta qualcosa della Barilla a prezzi alti, mentre aumenta la presenza delle cubane “La Pasiega” e “La Sin Rival”.
Te la do io Cuba!
(Per evitare equivoci, chiarisco che per il latte per i bimbi, garantito e venduto dallo Stato in moneta nazionale ad un prezzo calmierato, non c'è nessun problema di distribuzione o reperibilità. Per scelta personale, il bimbo sta bevendo il NAN1).

22 aprile 2008

L'Avana dice addio all'ultimo "camello"

Dopo 14 anni di servizio, anche l'M-6, l'unico camello di "linea" ancora circolante all'Avana, ha fatto ieri la sua ultima corsa. Tutti gli altri, gradualmente nei mesi scorsi - come vi dicevo in un precedente post - erano già stati rimpiazzati da nuovi articolati della cinese Yutong o di produzione ucraina. La sostituzione dell'M-6 con il P-6 (rimane invariato il percorso Calvario - Vedado) ha richiesto più tempo, in quanto si è dovuto provvedere alla sistemazione del manto stradale.
I primi "camellos" erano apparsi a Cuba nel 1994, in pieno "periodo speciale" per tentare di fare fronte alla disastrosa situazione del trasporto urbano, successiva al crollo del blocco socialista in Europa. Ideati e prodotti a Cuba, sono costituiti da una motrice e un rimorchio a passo largo, trasformato in autobus. Hanno 18 ruote, 54 posti a sedere e 340 in piedi. Le due "gobbe" della parte riservata ai passeggeri - corrispondenti ai rialzi delle ruote - gli avevano fatto guadagnare il soprannome di "cammello", mentre il nome ufficiale era "MetroBus".
I "camellos", però, non andranno definitivamente in pensione: lasciano semplicemente L'Avana. Dopo le dovute riparazioni riprenderanno a circolare nelle altre province, in attesa che si completi il piano del trasporto urbano con l'arrivo di altri 1.500 autobus nuovi.
Proprio uno dei "camellos" ancora circolanti sulla linea M-6, in occasione dell'ultima Biennale dell'Avana, era stato decorato, sulle due fiancate, dagli artisti cubani José Ángel González Ávila e Guillermo Ramírez Malberti, che hanno annunciato la realizzazione un monumento dedicato a questo singolare mezzo di trasporto. Il cammello dipinto - ritratto ieri durante una delle ultime corse - sarà trasformato, probabilmente, in un ristorante all'interno di Expocuba, scrive la giornalista María de las Nieves Galá.

18 aprile 2008

Lucky Luciano all’Avana III

Ecco l'ultimo capitolo. Comincia così una disputa tra i due governi per la presenza di Lucky Luciano (ritratto nella foto con Meyer Lansky) all’Avana. Le pressioni degli USA si fanno sempre più forti, fino a proibire l’invio a Cuba di prodotti medicinali. Il governo di Grau, vistosi alle strette, non può far altra cosa che capitolare e cedere alla richiesta.
Il 23 febbraio 1947 Luciano è “arrestato” al ristorante “El Carmelo” del Vedado e condotto alla Base di Tiscornia in qualità di straniero indesiderato. Non gli viene contestata nessuna accusa. Il giorno seguente il presidente Grau – preoccupato dalle conseguenze del blocco - firma immediatamente il decreto d’espulsione. Un ricorso presentato dall’avvocato del boss fa, però, slittare l’esecuzione del provvedimento quasi di un mese.
Il 19 marzo 1947, Luciano s’imbarca a bordo del vapore turco Bakir, diretto in Italia. La sera prima, si era riunito, per l’ultima volta, con alcuni dei fedelissimi: lfredo Pequeño, José R. Andréu, Tony Varona, Amleto Battisti, José Manuel Casanova, Julio Lobo, Benito Herrera, Eufemio Fernández e Rolando Masferrer. Francisco Prio Soccaras, senatore e fratello del primo ministro, nonostante le ferme smentite su qualsivoglia rapporto, non resiste alla tentazione e corre al porto per salutarlo.
Finisce così, in sordina come era cominciato, il sogno di riconquistare l’America: il capo dei capi non l’avrebbe mai più rivista. (Prima Parte - Seconda Parte)

17 aprile 2008

Lucky Luciano e la festa al Nacional (II)

Continuiamo il racconto cominciato ieri. Lucky Luciano durante la sua permanenza a Cuba «presiedette un vertice di boss mafiosi – tra i quali figuravano Albert Anastasia, Frank Costello, Joe Adonis e Meyer Lansky – svoltosi presso l’Hotel Nacional tra il 22 ed il 26 dicembre 1946, con la copertura di un omaggio al cantante ed attore Frank Sinatra» (ritratto nella foto al Nacional), racconta ancora Humberto Vazquez Garcia.
Per l’occasione, l’Hotel Nacional venne praticamente chiuso al pubblico, lo occupavano 500 invitati in rappresentanza delle famiglie più potenti degli Stati Uniti. Altri ai già menzionati erano presenti Vito Genevose, Giuseppe “Joe” Bonanno, Tom Lucchese, Willie Moretti, Tony Accardi, i fratelli Fischetti (parenti di Al Capone) e Santo Trafficante, potentissimo capo mafia della Florida.
Interessante la ricostruzione fatta dal giornalista Jean-Guy Allard: «Lucky Luciano passò il tempo chiuso nella sua suite a ricevere gli ospiti, dispensare consigli e concedere la sua benedizione davanti agli affari più loschi, ma anche più lucrosi, che gli venivano illustrati».
«In segno di rispetto ed ubbidienza – continua Allard - Luciano riceveva da ogni capo famiglia una busta di qualche centimetro di spessore: 100.000 dollari in una, 200.000 in un'altra. Naturalmente rigorosamente dollari Usa ed in contanti».
Dopo il conclave il capo dei capi si trasferì in una lussuosa villa del residenziale quartiere avanero di Miramar.
Il governo USA - venuto a conoscenza della permanenza cubana di Luciano e intimorito dai futuri piani del capo mafia - cominciò a fare pressioni affinché venisse deportato nuovamente in Italia. Il governo e lo stesso presidente della Repubblica, Ramon Grau San Martin, fecero però orecchie da mercanti, definendo la richiesta degli USA un’ingerenza negli affari interni dell’Isola.
Luciano aveva amici anche tra le file del nuovo governo autentico: in particolare Francisco Prio Socarras, fratello del primo ministro, e il titolare del dicastero dell’Agricoltura, German Alvarez Fuentes. (continua)

16 aprile 2008

Lucky Luciano all’Avana (I)

Salvatore Lucania, meglio conosciuto come Lucky Luciano, viene riconosciuto, agli inizi del 1947, da un cronista dell’Havana Post, all’uscita del Cabaret Sans Souci dell’Avana in compagnia di una bella ragazza.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il governo degli Stati Uniti, in segno di riconoscimento per l’aiuto ricevuto dalla mafia in occasione dello sbarco alleato in Sicilia, aveva liberato Luciano, detenuto negli USA, spedendolo nella sua terra natale dove sarebbe dovuto rimanere.
Il capo di Cosa Nostra, però, attratto dal fascino della città e dall’odore dei soldi si trasferisce a Cuba. A riguardo, Humberto Vazquez Garcia, nel suo libro “El Gobierno della Kubanidad” scrive: «La Habana sembrava il luogo ideale per ricominciare le attività ed aspettare il momento buono per ritornare negli Stati Uniti e riassumere il comando».
Il capo di tutti i capi arriva, in sordina, a Cuba il 29 settembre 1946, atterrando all'aeroporto internazionale di Camagüey, dove, insieme a Meyer Lansky, è ospite a cena a casa dell’allora ministro dell’Agricoltura German Alvarez Fuentes.
Il celebre capo di Cosa Nostra, fin dagli anni ’30 si era dedicato a Cuba: prostituzione, casinò e traffico di droga erano gli affari illeciti gestiti dalla mafia. Un giro d’affari di centinaia di milioni di dollari.
Scrive ancora Vazquez: «Attraverso Meyer Lansky, suo secondo e rappresentante a Cuba, Luciano era stato autorizzato da Batista, nel 1933, ad organizzare il gioco d’azzardo nella capitale cubana. Da quest’accordo nacque il gran casinò dell’Hotel Nacional e altre case da gioco. Sempre da lì provenivano i 3 milioni di dollari che, come affermato dallo stesso Luciano nelle sue memorie, Batista intascava ogni anno, come retribuzione della mafia per il permesso concesso».
All’Avana Lucky Luciano alloggia all’Hotel Nacional, stanza 724 con vista sul Malecon avanero. Dalla lussuosa suite e con l’aiuto di cinque altri mafiosi, Luciano ricomincia le sue attività in un mondo che conosceva alla perfezione: gioco d’azzardo, tratta delle bianche e traffico di droga. (continua)

11 aprile 2008

Villa Jabon Candado

Passeggiando, qualche giorno fa, per l’avenida 41 dell’Avana ho notato una simpatica casetta, sulla quale appare ben leggibile la scritta “Villa Jabon Candado”. Mi sono chiesto chi poteva essere stato lo stravagante proprietario che, anni addietro, aveva intitolato la sua casa ad un sapone da bucato. Incuriosito dalla vicenda ho fatto alcune ricerche. Ecco il risultato.
Alla fine degli anni quaranta, la società “Crusellas y Compañia”, (fondata nel 1863 da due fratalli catalani Juan e José Crusellas) produttrice del Jabon Candado, lanciò a Cuba un singolare concorso a premi: oltre a casalinghi, giochi e biciclette si poteva vincere anche una casa, la “Villa Jabon Candado”. Una battente campagna pubblicitaria radiofonica invitava i cubani a comprare il sapone da bucato Candado ed incontrare così la “propria casa”. I premi, infatti, erano nascosti all’interno dello stesso sapone. Ad ogni oggetto che s’incontrava, quando s’incontrava qualcosa, corrispondeva un premio differente.
Immaginabili i salti di gioia delle casalinghe che incontravano una “casa”, la diffusione della notizia attraverso i media dell’epoca e il ritorno pubblicitario per la “Crusellas y Compañia”.
Oltre al vincitore, ai fotografi ed ai giornalisti, “alla posa della prima pietra della casa assisteva anche il presidente della società e cercavano di costruirla il più velocemente possibile”, racconta il giornalista Angel Beltran Calunga.

Una volta terminata la costruzione – a perenne ricordo del premio – era posta all’esterno della casa la scritta “Villa Jabon Candado” ed il logo del prodotto: un candado, ovvero un lucchetto.
Le case dall’esterno sembrano grandi, spaziose e ben costruite. Non posso dirvi ancora quante ne sono state assegnate nel corso della decennale campagna promozionale. All’Avana – mi hanno riferito – ce ne sono diverse ed anche nel resto del paese, tutte ovviamente con lo stesso progetto. Quella della foto fu costruita nel municipio di Jatibonico, provincia di Sancti Spiritus.

10 aprile 2008

L'Avana: Yutong e Taxi Rutero

Il trasporto pubblico all'Avana, dopo il duro colpo del "periodo speciale", successivo al crollo del blocco socialista in Europa, negli ultimi mesi sta migliorando notevolmente, con la gioia di chi - come me - non è automunito.
A fare la parte del leone sono le "guaguas", autobus articolati o no, della cinese Yutong: solo nella capitale ne sono state incorporate quasi 300 e, nei prossimi 3 anni, ne dovrebbero arrivare altre 1.500, da dividersi tra tutte le province cubane.
1.000 autobus, sempre della Yutong, sono invece già in servizio nei collegamenti interprovinciali. Simpatiche, vistose e coloratissime stanno svolgendo degnamente il loro compito. Già si parla di "Era Yutong". Da qualche giorno, poi, sono in circolazione su alcune tratte (P12 e P16) anche degli autobus articolati di fabbricazione ucraina, se ben ricordo, meno allegri ma dall’aspetto più robusto.
Il prezzo della corsa per il trasporto urbano è di 40 centesimi di peso cubano.
Sono scomparsi quasi del tutto i famosi e singolari "camellos", immortalati nelle foto di tanti turisti: resta attivo qualche esemplare solo sulla tratta M6.
Con il nuovo piano di trasporto urbano sono apparsi, sempre nella capitale, in forma sperimentale i primi "Taxi Rutero" che, nel corso dell'anno, dovrebbero raggiungere quota 200. In pratica sono dei taxi collettivi, viaggiano con dei mini-autobus da 18 posti (sempre della Yutong), che percorrono in lungo e largo la capitale su tratte fisse. Proprio come un taxi non ha fermate: è il passeggero che sceglie dove salire e dove scendere. Il costo del servizio è di 5 pesos in moneta nazionale e farà sicuramente molta concorrenza ai "boteros", dei quali, però, parlerò un'altra volta.

09 aprile 2008

Cuba, due italiani alla Serie Nacional di "Pelota"

Ho appreso oggi con piacere la notizia che due italiani, Alessandro Cappuccini e Fabrizio Chirici, stanno arbitrando nei Play Off della Serie Nazionale di Baseball. La pelota, come viene comunemente chiamato a Cuba il baseball, non mi appassiona eccessivamente. La ritengo troppo statica e dai tempi incerti, ovvero vai allo stadio alle 20 e non sai mai a che ora terminerà la partita. In ogni caso è lo sport nazionale qui a Cuba e le discussioni tra i sostenitori delle diverse squadre non hanno nulla da invidiare a quelle calcistiche italiane del lunedì mattina.
Ritornando alla notizia, la collaborazione nasce da un progetto di "Cesar Valdes, responsabile degli arbitri cubani di baseball e membro della Umpire Sub Commission della Federazione Internazionale (IBAF) - informa un comunicato dell'Ufficio Stampa della Federazione Italiana Baseball - a supportare Valdes nel progetto è stato Mario Mazzei, membro della Commissione Organizzazione Gare e già Presidente del CNA".
Il massimo campionato cubano di baseball è ormai alla fase finale: attualmente si stanno disputando le due semifinali, una tra Santiago de Cuba e Villa Clara e l'altra Sancti Spiritus e Pinar del Rio. Arriveranno in finale le squadre che vinceranno 4 partite sulle 7 che si disputano.

08 aprile 2008

I 100 anni dell’Hotel Sevilla ed il suo proprietario italiano

Il Sevilla, primo hotel di lusso della capitale, il 22 di marzo scorso ha compiuto 100 anni.
Inaugurato il 22 marzo 1908 dall’arcivescovo dell’Avana, il Gran Hotel Sevilla disponeva di 162 camere con bagno e telefono, un caffè, una barberia, una farmacia e due ascensori. I lavori di costruzione, eseguiti dall’impresa edile cubana El Guardian e costati all’epoca la notevole somma di 500mila pesos, erano cominciati nel 1880. Aveva due entrate, una per Trocadero e l’altra per Zulueta. I progettisti si ispirarono al famoso Patio de los Leones del Alhambra a Granada.
Nel 1924 il Sevilla fu ampliato e le camere aumentarono fino a 300. Nel corso degli anni, il Grand Hotel Siviglia, come scrive la giornalista Delia Reyes Garcia, fu proprietà della Bowman Hotels, della Biltmore e della Sucesion Falla Guitierrez, fino ad arrivare nelle mani di Amleto Battisti Lora, un imprenditore in odor di mafia, figlio di italiani emigrati in Uruguay, che si diceva avesse corrotto i funzionari del governo per comprare le azioni dell’hotel.
“Il Sevilla servì a Battisti come facciata per i suoi affari legati al mondo della criminalità”, scrive ancora la giornalista. Il ricco imprenditore realizzò importanti adattamenti alla struttura: inaugurò all’interno dell’hotel il primo bar con aria condizionata di tutta Cuba, incaricando delle decorazioni il famoso caricaturista cubano Conrado Massager.
Battisti, in un secondo momento, costruì, nei piani superiori un casinò dove si riunivano i pesci grossi dell'epoca. Il Roof Garden ed i lussuosi saloni dell’hotel ospitarono sfilate di moda e importanti eventi culturali e mondani, impreziositi dalla presenza di illustri ospiti.
Il tenore Enrico Caruso ed i mafiosi Al Capone, Santo Trafficante e Lucky Luciano si ospitarono al Sevilla.
L’Hotel Sevilla, riaperto nel 1995, appartiene attualmente al gruppo alberghiero cubano Gran Caribe ed è gestito dalla francese Accor.

04 aprile 2008

Palo de agua

All’uscita dal lavoro, ieri pomeriggio, sono stato sorpreso da un fortissimo acquazzone, un “palo de agua” come lo chiamano i cubani. Nel giro di pochi minuti il cielo si è volto plumbeo ed uno scroscio d’acqua si è riversato sull’Avana.
Io che non sono automunito sono stato costretto a ripararmi, per circa mezzora, sotto la pensilina di una “gremita” fermata della “guagua”. Nonostante il funambolismo, sono arrivato a casa, non appena scampato, praticamente mezzo inzuppato d’acqua.
Anche per oggi l’Istituto di Meteorologia, o di Mentirologia come scherzosamente lo chiamano i cubani quando sbaglia le previsioni, ha previsto forti acquazzoni pomeridiani sulla parte centro-occidentale dell’Isola.
Nel frattempo spero per il fine settimana di poter terminare un lavoro sulla presenza di un altro famoso italiano a Cuba, che in forma riassunta pubblicherò anche qui. Non dico chi è, aggiungo solo che non è il caro amico Marco Cubanite...

03 aprile 2008

Cucina cubana e Kit base di sopravvivenza

La cucina cubana è un incontro di sapori e culture. Piatti d’origine spagnola e africana si uniscono per dare vita alla cucina creola, una somma saporita di congrì, pollo fritto e chatinos, tasajo con boniato, yucca con mojo, quimbombó, chilidrón, fricassè o ajacco.
Il riso, cucinato nelle più diverse varianti: congrì, frito, salteado, amarillo, mixto, marinero, imperial o bianco accompagnato da legumi, è alla base della dieta cubana. Carne, specialmente se di maiale e ben speziata, pollo, asado o alla barbacoa, ma anche pesce e crostacei, come gamberoni ed aragoste, sono pietanze che – a dire il vero – fanno leccare le dita.
Ai cubani piacciono anche i dolci, troppo dolci per i miei gusti, come: cascos di guayaba, ajonjolì, boniatillo, raspatura, meringhe, flan, natilla e caramelle.
Tutti giorni, a pranzo, nella mensa aziendale mangio, con piacere, piatti cubani... tranne quando il “cocinero” si azzarda a preparare degli abominevoli coditos (maccheroncini), cotti mediamente almeno una trentina di minuti: immaginerete il risultato!
E’ fuori dubbio che alla cucina cubana preferisco l’italiana. Non sempre a Cuba, però, è possibile o facile trovare gli ingredienti necessari. In questo momento, ad esempio, c’è una carenza di formati di pasta che non siano spaghetti. Altri invece semplicemente non sono importati o prodotti, riferendomi nell’ultimo caso ad alcuni ortaggi.

Ecco il Kit di sopravvivenza a Cuba:

1. Spaghetti “Lucio Garofalo” di Gragnano, ottimo rapporto qualità prezzo e facilmente reperibili. Ad onor del vero sono presenti anche altri pastifici italiani, alcuni sporzionatamente cari.

2. Doppio concentrato di pomodoro “Russo”, prodotto dall’AR Industria Alimentare di Sant’Antonio Abate, il cui proprietario Antonino Russo, tenace e capace imprenditore campano, ebbi modo di conoscere qualche anno fa per lavoro. Della stessa e di altre marche italiane si trovano anche la passata di pomodoro. Pelati e pomodorini sono acquistabili solo al Centro Commerciale Palco a prezzi che ritengo folli.

3. Olio d’Oliva extravergine, rigorosamente portato dall’Italia. Non mi piace molto quello spagnolo presente a Cuba al prezzo di circa 16 cuc il litro.

4. Parmigiano Reggiano e/o Grana Padano, sempre portati dall’Italia. Qui, a volte, si trovano a prezzi alti prodotti come il “Parmesano” argentino o uruguaiano: diffidate!

Con questo semplice ma fondamentale kit, almeno nel fine settimana, mi concedo un buon piatto di spaghetti che mi ricorda la cucina della mamma. Lo scorso week end, ad esempio, ho preparato linguine con le vongole (almejas) che ho trovato nella pescheria vicino casa.
In questo momento ho un folle desiderio di mozzarella di bufala e di salsiccia con i friarielli... ma dovrò aspettare il prossimo viaggio in Italia! Riguardo all’allarme della mozzarella alla diossina, non mi preoccupa farà sempre meno male delle 25 Popular che fumo ogni giorno...

01 aprile 2008

Un italiano ministro a Cuba

Non tutti conoscono Segundo Curti Messina, figlio di emigrati italiani, che a cavallo degli anni ’40 dello scorso secolo, fece una brillante carriera politica a Cuba, fino a ricoprire gli incarichi di ministro degli Interni e della Difesa.

Ecco una breve nota biografica. Nasce il 18 febbraio del 1910 e inizia l’impegno politico nelle lotte studentesche contro la dittatura di Gerardo Machado nell’Istituto n. 1 e nella Facoltà di Architettura dell’Università dell’Avana. Qui conosce Ramon Grau San Martin, illustre fisiologo, temuto professore universitario e futuro presidente della Repubblica, con il quale condivide la prigionia nel carcere Presidio Modelo de Isla de Pinos, l’attuale Isola della Gioventù. Tra i due nasce un’amicizia che sarebbe durata per tutta la vita.
Curti Messina raggiunge la notorietà a Cuba con la partecipazione al fallito attentato al criminale Arsenio Ortiz. Continua il suo fremente impegno politico ed in occasione del golpe militare del 4 settembre 1933, che destituisce il presidente Carlos Manuel de Cespedes, occupa il comando della Polizia Nazionale. Collabora attivamente con il cosiddetto Governo dei Cento Giorni (per la sua durata: 4 settembre ’33 – 15 gennaio ’34) con il suo amico Ramon Grau San Martin presidente della Repubblica. E’ tra i fondatori del PRC(A) Partito Rivoluzionario Cubano Autentico, con il quale è eletto, per due volte, deputato.
Segundo Curti Messina nel 1934 parte per l’esilio, facendo ritorno a Cuba solo quattro anni dopo, a seguito delle prime aperture democratiche. Il 1 giugno il PRC(A) vince le elezioni generali e Ramon Grau San Martin è eletto nuovamente presidente della Repubblica. Il 10 ottobre dello stesso anno, data d’insediamento del nuovo governo, Segundo Curti Messina viene nominato ministro degli Interni, incarico che ricopre fino alle dimissioni nel giugno del 1946. Il nuovo presidente Carlos Prio Socarras (1948-52), sempre del PRC(A) lo nomina nel giugno 1949 ministro della Difesa. Curti Messina ricoprirà l’incarico fino al febbraio 1950.
Dopo il colpo di stato di Fulgencio Batista y Zaldivar, il 10 marzo 1952, si rifugia nuovamente all’estero per fare ritorno a Cuba solo dopo il trionfo della Rivoluzione. Segundo Curti Messina non ricopre nessun incarico pubblico fino alla sua morte nel 2000, all’Avana.