Continuiamo il racconto cominciato ieri. La quota base d’iscrizione era di 2500 pesos annuali. I soci, però, dovevano pagare tutti i servizi che utilizzavano e contribuire in occasione dei lavori di manutenzione o miglioramento. I maggiori contributi, solitamente, erano apportati dai soci che formavano parte del Consiglio di Direzione.
L’attrazione fondamentale era il golf, ma il Club disponeva di due campi da tennis, piscina, bowling, club ippico, baseball e strutture per il canottaggio ed altri sport acquatici. I ricchi soci del Club, all’interno della struttura, avevano a loro disposizione: ristorante, caffetteria, bar, barberia, infermeria, spogliatoi, molo nautico e un salone per i massaggi. Lungo il campo da golf erano disseminati numerosi chioschi.
Il campo da golf, aveva 18 buche e si estendeva su una superficie di ben 36 ettari, raggiungendo il fondo dell’attuale abitato di Jaimanitas.
L’attrazione fondamentale era il golf, ma il Club disponeva di due campi da tennis, piscina, bowling, club ippico, baseball e strutture per il canottaggio ed altri sport acquatici. I ricchi soci del Club, all’interno della struttura, avevano a loro disposizione: ristorante, caffetteria, bar, barberia, infermeria, spogliatoi, molo nautico e un salone per i massaggi. Lungo il campo da golf erano disseminati numerosi chioschi.
Il campo da golf, aveva 18 buche e si estendeva su una superficie di ben 36 ettari, raggiungendo il fondo dell’attuale abitato di Jaimanitas.
La buca n. 1 - aggiungiamo per curiosità - era situata nella zona attualmente occupata dal Centro Commerciale Palco, la n. 18 invece era situata nelle vicinanze del Club, prossima alla darsena, per far sì che i giocatori, una volta terminato, potessero accedere direttamente e facilmente al Club.
Una squadra di circa 20 lavoratori si dedicava quotidianamente alla manutenzione del campo, utilizzato anche per gare internazionali. Tutti i lavori, dal taglio del tappeto erboso alla manutenzione delle diverse buche, si svolgevano esclusivamente di notte, per far sì che alle 8 del mattino il campo fosse già pronto per accogliere i primi giocatori.
2 commenti:
Caro Max, certo che questo posto un tempo era la fine del mondo..almeno da come lo descrivi...e, soprattutto, si adattava benissimo al mio nobile life style che, purtroppo, sono impossibilitato a condurre causa mancanza lavoro stabile e altamente remunerativo...ma un giorno Dio ( ammesso che esista ) mi ricompenserà..almeno spero...
Ma ora com'è? è lo stesso? Io che non sono cubano ne (ahimè) emigrato a cuba non so come sia ora...
Certo è che se fosse ancora così mi piacerebbe viverci...
Non so perchè ma qualcosa mi dice che ci abiti vicino...o sbaglio?:)
auguri al tuo bloggone...e saluti ai tuoi lettori cuabni e non:)
Aloa
Caro Max, è il 31 di marzo e noto che non hai aggiornato il tuo bloggone! io ti visito e ti voglio leggere...mi raccomando ...posta un po che mi fa bene alla salute leggerti:)
un bacio
Ettore
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