05 agosto 2008

Tarará

La storia del villaggio di Tarará ha inizio ai tempi della colonia, nel XVI con lo sfruttamento di alcuni giacimenti di rame presenti della zona. Proprio agli indigeni, utilizzati come minatori, si deve il nome “Tarará”, sia al villaggio che al vicino fiume. “Ta-ra-rà”, non erano altro che gli squilli di tromba delle sentinelle spagnole.
Ma veniamo alla storia più recente.
Nell’agosto 1912, tre americani residenti a Cuba fondarono la “The Tarara Land Company”, con l’obiettivo di utilizzare i terreni con un fine industriale e residenziale. La compagnia era presieduta da mister Royal S. Webster che, nel 1927, realizzò le prime quattro abitazioni, tipo bungalow, dove stabilì la sua residenza. Nello stesso anno veniva fondato il Yacht Club, che sarebbe stato uno delle principali attrazioni del futuro insediamento.
Negli anni quaranta, periodo d’oro degli investimenti immobiliari, la compagnia vendette i terreni ai soci del Club e si costruirono 525 case, dando vita ad una zona residenziale privata.
L’esclusività e la tranquillità, insieme allo sviluppo delle strade di comunicazione, come la costruzione della Via Monumental e il Tunnel della Baia dell’Avana, ne fecero il luogo di rifugio prediletto della media borghesia della capitale.
Furono costruite opere sociali, sportive e ricreative, finanziate dai residenti, come un campo di squash, uno di softball, una piscina ed il club ippico, situato nel luogo occupato oggi dalla Plaza Martiana. Il supermercato ed il drive-in, invece, erano all’ingresso del quartiere.
Al centro del quartiere c'era il Club de Asociados, con due piani, con ristorante, bar ed un negozio di generi alimentari. Lo spazioso portale era utilizzato per le attività collettive. Al secondo piano, invece, c’era l’abitazione di Mr. Webster. Nelle vicinanze c’era il Ranchón, con il bar e il bowling.
I due edifici erano ben collegati con il molo, il più sicuro dell’Avana, a detta di Ernest Hemingway, che spesso attraccava con il suo “Pilar”.
Nell’anno 1953 venne costruita la chiesa, finanziata da Webster ed i residenti. Era dedicata a Sant’Elena, patrona di Tarará ed ogni 15 agosto venivano realizzate processioni in terra ed a mare. Tarará aveva anche un suo giornale, si chiamava “El Macao” e raccoglieva i fatti di cronaca locale.
Alla morte di M. Webster venne costruito in parco che, al suo centro, aveva un suo busto.

Tra i tanti, anche il presidente della Repubblica, Carlos Prío Socarrás aveva una casa a Tarará.

7 commenti:

pumario ha detto...

Post come sempre delizioso ma, manca la notizia dell'anno 2008: uscendo da Tarara con la "sua" Veneciana 2, l'armatore Pumario con l'equipaggio formato dal capitano Panta e dal mitico marinaio El Guajiro, hanno catturato il 14 gennaio c. a., due Marlin di pezzatura straordinaria (600 libre) che ne fanno artefici del record di tutti i tempi, non si ricorda una cattura in contemporanea di due Marlin, nemmeno da parte del magnifico e supremoErnest Hemingway che da questo porto come bene avete scritto è uscito parecchie volte. Se vi capita di arrivare in marina Tarara, parlate con Rejno che è il direttore della marina o meglio chiedete del Panta, il quale vi racconterà la splendida giornata che ha consacrato "pumario" Re della marina!!!

Anonimo ha detto...

Non poteva mancare la testimonianza del lupo di mare Mario,a completare questa bella storia di Tarara.
Saludos
Elio

Massimo Barba ha detto...

Caro Mario, sapevo che questo post ti sarebbe piaciuto! Una curiosità: 600 libre in due o cadauno?

pumario ha detto...

600 in due, ma la cosa rara è che li abbiamo salpati tutti e due, solitamente ne perdi uno o anche tutti e due, ecco perché la cosa è stata grande!!! La gente della marina ed anche di altre marine non ricordava un evento simile a memoria d'uomo quindi, qualcuno ha azzardato che non fosse capitato neanche al grande Ernest. Quando tornerò in gennaio i faremo una mangiata di pesce in Tarara e in quella occasione intervisterai i marinai, potrebbe nascere una buona storia da raccontare agli appassionati di Cuba, hola amigo.

Anonimo ha detto...

domentichi massimo che vi sono anche dei bei posti ove fare immersioni sotto l egida del grande ottavio,e dopo la recente ristrutturazione (grazie a batallas de ideas)tarara ha cambiato volto

pumario ha detto...

Visto che ti ricordiamo molte cose sulla odierna Tarara, aggiungo che per le immersioni oltre al bravo e simpatico Ottavio esiste la mitica Mirella, prima donna sub in Cuba, bellissima nei lineamenti e nel corpo, ancor oggi, che di lune ne ha vissute tante: splendida e gentile come tutte le cubane sanno essere!!!

Massimo Barba ha detto...

Sono tante le cose che si potrebbero dire ancora su Tararà: la casa del Che, utilizzo da parte dei Pioneros, i bambini ucraini, il recupero da parte di Cubalse... ecc. ma il mio racconto - volutamente - finisce con la morte di Webster. Le altre cose - come evidente - già sono note... tranne la grande pesca di Mario!