Dopo un periodo di sosta, dove il Direttore ed io abbiamo rischiato di fare la fine di Cafunga, torniamo a scrivere. Diciamo intanto che Cafunga era un liberto africano che di professione saliva sulle palme a prenderne i frutti. Un lavoro difficile e pericoloso, infatti Canfunga cadde estenuato e morì sul colpo. Per consolarci, e perché non vogliamo morire per il lavoro, raccontiamo quindi una grande storia d’amore, un vero dramma strappalacrime e come dicono qui, un culebrón. I protagonisti sono Catalina Laza del Río Noriega e Juan Pedro Baró. Lei appartiene ad una ricca famiglia di patrioti e con le quattro sorelle è famosa per la bellezza dei suoi grandi occhi azzurri, la pelle di madreperla e l’incantevole presenza. Don Juan è ricchissimo, proprietario nei primi anni della Repubblica di ben tre centrales. Si conoscono nelle aristocratiche sale da ballo di Parigi e scocca immediatamente l’amore. Il problema è che lei è sposata dal 1898 con Pedro Luis Estévez Abreu, figlio della patriota Marta Abreu e del Vicepresidente della Repubblica Luis Estévez , mentre lui è coniugato con Rosa Varona con cui ha una figlia. Immaginatevi quindi la situazione, perché a quei tempi Cuba era un po’ più rigida da questo punto di vista. Infatti la storia rimane segreta, finché una zia dello sposo assolda un investigatore privato che scopre gli amanti in flagrante mentre si trovano in una suite dell’hotel Inglaterra. Catalina chiede lo scioglimento del matrimonio, ma lo sposo si nega. La coppia d’innamorati decide allora di rendere pubblico il loro amore. Una sera entrano in un teatro ed a poco a poco tutti i presenti abbandonano lo spettacolo. Dal palco gli attori, davanti alla commovente scena di Don Juan che in silenzio accarezza Catalina in lacrime, decidono di continuare la funzione solamente per loro. Per ringraziarli la donna lancia sulla scena tutti i suoi gioielli. Lo scandalo è enorme, il marito accusa Catalina di bigamia e la coppia abbandona il paese trasferendosi a Parigi. Nella città dove era nato il loro amore, protetti dalle leggi francesi, si sposano vivendo in una lussuosissima casa. Però alla coppia l’accusa di bigamia e la forzata decisione di lasciare Cuba non piace. Si presentano quindi in Vaticano, dove il Papa decide lo scioglimento di quel matrimonio ormai di fatto inesistente. Nel 1917 il Presidente della Repubblica Mario García Menocal firma la tanto attesa legge ed i due innamorati decidono quindi di ritornare all’Avana dove registrano il primo divorzio della storia cubana. Don Juan Pedro Baró regala alla sua dolce metà una casa che entrerà negli annali dell’architettura avanera. Contratta infatti lo studio degli affermati Evelio Govantes y Félix Cabarrocas che disegnano il progetto di una villa tra Paseo e 17. I lavori iniziano nel 1922 e terminano nel 1927, lasciando stupefatti i residenti del Vedado. È in uno stile eclettico, con la facciata rinascimentale ed interni Art Déco, con molti riferimenti all’antico Egitto, da dove si dice provenga anche la sabbia usata per il rivestimento delle pareti. Il padrone di casa ha chiamato da Parigi i migliori decoratori dell’epoca, tra cui il famoso René Lalique, che anni dopo realizzerà il monumentale panteon fatto costruire da Baró per sua moglie nel Cimitero di Colón. Nonostante le sofferenze e l’amarezza provate, Juan Pedro Baró dimostra d’essere un signore sotto i tutti i punti di vista e per l’inaugurazione invia a tutti gli invitati un gioiello unico, accompagnato da quadri di famosi pittori cubani. Nel giardino di questo superbo palazzo crea un roseto speciale, La Enamorada, dove cresce una rosa gialla, rotonda e con i petali molto chiusi, che porta il nome della sua amata Catalina. La felicità non dura però per molto tempo perché il 3 dicembre 1930 la bellissima, dagli incantevoli occhi azzurri, muore tra le braccia del suo Juan. Al funerale gli uomini partecipano in frac e le dame in lungo; Catalina è sepolta come una nobile egizia: indossa tutti i suoi gioielli. Quando dieci anni dopo Don Juan la raggiunge, si fa seppellire in piedi, a guardia della sua regina.
Negli anni ’40 la casa è ereditata dalla figlia di Pedro Baró, poi, alla fine dei ’50 diventa la residenza dell’ambasciatore francese, in seguito, passa ad essere la Casa Cuba – URSS, infine nel 1995 viene trasformata nella Casa dell’Amicizia e della Solidarietà di Cuba ed i Popoli. Alla sera è un buon locale, dove si può cenare e con spettacoli di varietà nel grande giardino.
7 commenti:
stefano,credo che non fu pio xii° a sciogliere il matrimonio dei due innamorati,ma o pio x° o benedetto xv°.Infatti il primo è diventato papa nel 1939,anni dopo la legge sul divorzio entrata nella legislazione cubana,come tu dici,nel 1917,qualche anno dopo lo scioglimento del matrimonio religioso dei due.Il secondo,invece,informazioni wikipedia,è diventato papa nel 1903 e lo è stato fino al 1914.Il terzo dal 1914 al 1922.
Sono più prosaico di Nino e Ti chiedo: ma i gioielli tumulati con la bellissima Catalina ci sono ancora o sono spariti?
ho un libro di architettura e dimore habanere e cubane ove si parla di questa storia e di questa splendida villa.Molto belle le vetrate ove son presenti le iniziali dei due amanti...Beat
Caro Nino, attento come sempre! Stefano, che da oggi, in ferie si sarà distratto tra una Bucanero e l'altra, scrivendo il nome del pontefice sbagliato. Grazie per la segnalazione!
Mario, anche io ho la tua stessa curiosità...
ottimo lavoro pensieri avaneri!
gugumarino barrio de cuba
n.b per pummario,mettiti al lavoro sul tuo blog su dai non fare il vagabondo!
ciao
Gugone c'ha tanta invidia per quelli che sono in ferie.....dai che non sei solo..:-D
Vagabondare è la cosa che amo di più. Quando il vagabondo lo faccio a Cuba, mi sento in un paradiso ...certo che tenere alto il ritmo del blog non è per niente facile. Avessi le capacità dei "pensieri avaneri" il mio blog andrebbe in tilt per le troppe visite. Massimo e Stefano sono insuperabili nel raccontare la Cuba vera!!!
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