30 maggio 2008

A.S. Vedado

Ovviamente l’Associazione Sportiva non esiste, ma lo sport viene praticato assiduamente. Questa mattina, accompagnando le bambine a scuola, vedo già i ragazzini delle medie che vanno a giocare a basket e pallavolo nei campi di fronte a casa. Al pomeriggio lo spazio davanti sarà occupato dai più grandi ed in fondo dai culturisti che utilizzano le installazioni fisse, facendo il filo a tutte le ragazze che passano. Più tardi, scendendo per 12 per prendere il latte alla botega, passo davanti alla grande struttura azzurra e bianca del Club Echevarria, ora gestito dal Campismo Popular. Si tratta dell’antico Tennis Club Vedado, che è possibile vedere transitando per il Malecon prima di prendere il tunnel di 5.ta Avenida. Ora, oltre ai campi da tennis, ha due piscine, una pista d’atletica e due campi da baseball, al pomeriggio occupati dalla selezioni giovanile del comune di Plaza de la Revoluciòn. Svoltando a sinistra m’incammino sulla Prima e poco dopo incontro il centro ricreativo Camilo Cienfuegos, voluto dall’eroina rivoluzionaria Celia Sanchéz. Qui incontro il coach del poloacuatico Almeneido. Questo maturo allenatore di pallanuoto, condivide la mia stessa passione per questo incredibile sport. Mi racconta molti aneddoti, vengo a sapere che la beduina o rovescino, qui è chimato revé, il tiro a colonnello sueca, e la famosa palombella vaselina, che spiega bene l’effetto provocato al portiere quando si vede sorpassato dalla parabola. Come in tutto il mondo, anche qui l’impulso è stato dato dagli ungheresi, ma il simpatico tecnico si ricorda degli italiani Campagna, Pizzo e di una discussa partita svoltasi a Cali nel 1975, ai mondiali colombiani. Cuba e Italia si giocavano il bronzo ed all’Italia bastava un pareggio. Per un errore arbitrale la prima partita fu ripetuta; nella seconda il pareggio fu sofferto, ma permise al settebello di salire sul podio. L’allenatore mi spiega come avviene la selezione dei giocatori ed in definitiva anche perché un’isola con pochi abitanti e con il blocco economico, riesce a partecipare con successo a molti eventi internazionali, in primis l’Olimpiade.
Guardo la piscina, manca una porta, l’altra cade da una parte ed è mezza affondata, ma i ragazzi vengono dalla scuola vicina e s’allenano con interesse. Le categorie, come negli altri sport, sono 10-12, 13-14, 15-17. Quest’anno i più piccoli sono arrivati quarti ai campionati nazionali, mancava il cloro e la piscina è stata chiusa per un periodo. In un mese hanno fatto miracoli e sono arrivati secondi nella valutazione tecnica, che comprende anche il comportamento durante la trasferta nazionale. I più bravi, se lo vorranno, passeranno al termine delle elementari, cioè al sesto grado, direttamente alla scuola provinciale dell’Avana dell’Est, l’EIDE. Più avanti, se saranno giocatori d’interesse nazionale all’INDER, il nostro ISEF. Stanno usando palloni cinesi, Cuba ne ha comprati 1.500. Oggi i piccoli sono in castigo, non s’alleneranno, l’ultimo allenamento hanno fatto troppa confusione. ¡Ay, los polistas!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

massimo,una curiosità.E' vero che cuba,a differenza di altri paesi non europei, riconosce le lauree di tutti gli stati?

Anonimo ha detto...

Caro Nino, Massimo ha un problema con gli occhiali, poi ti spiegarà. Ti rispondo io, suo fedele e lecchino collaboratore: per lavorare, sia a me che a Max, sono bastati i titoli italiani, ci interesseremo per essere più precisi per il riconoscimento. È certo che qui collaborano ed hanno collaborato diversi stranieri con diplomi e lauree del loro paese. So con certezza che i cubani che hanno conseguito master all'estero devono convalidarli entro due anni dal loro ritorno in patria. Scusa se non sono stato preciso, ma a breve avari la tua risposta. Stefano.