Continuiamo il racconto cominciato ieri. Lucky Luciano durante la sua permanenza a Cuba «presiedette un vertice di boss mafiosi – tra i quali figuravano Albert Anastasia, Frank Costello, Joe Adonis e Meyer Lansky – svoltosi presso l’Hotel Nacional tra il 22 ed il 26 dicembre 1946, con la copertura di un omaggio al cantante ed attore Frank Sinatra» (ritratto nella foto al Nacional), racconta ancora Humberto Vazquez Garcia.
Per l’occasione, l’Hotel Nacional venne praticamente chiuso al pubblico, lo occupavano 500 invitati in rappresentanza delle famiglie più potenti degli Stati Uniti. Altri ai già menzionati erano presenti Vito Genevose, Giuseppe “Joe” Bonanno, Tom Lucchese, Willie Moretti, Tony Accardi, i fratelli Fischetti (parenti di Al Capone) e Santo Trafficante, potentissimo capo mafia della Florida.
Interessante la ricostruzione fatta dal giornalista Jean-Guy Allard: «Lucky Luciano passò il tempo chiuso nella sua suite a ricevere gli ospiti, dispensare consigli e concedere la sua benedizione davanti agli affari più loschi, ma anche più lucrosi, che gli venivano illustrati».
«In segno di rispetto ed ubbidienza – continua Allard - Luciano riceveva da ogni capo famiglia una busta di qualche centimetro di spessore: 100.000 dollari in una, 200.000 in un'altra. Naturalmente rigorosamente dollari Usa ed in contanti».
Dopo il conclave il capo dei capi si trasferì in una lussuosa villa del residenziale quartiere avanero di Miramar.
Il governo USA - venuto a conoscenza della permanenza cubana di Luciano e intimorito dai futuri piani del capo mafia - cominciò a fare pressioni affinché venisse deportato nuovamente in Italia. Il governo e lo stesso presidente della Repubblica, Ramon Grau San Martin, fecero però orecchie da mercanti, definendo la richiesta degli USA un’ingerenza negli affari interni dell’Isola.
Luciano aveva amici anche tra le file del nuovo governo autentico: in particolare Francisco Prio Socarras, fratello del primo ministro, e il titolare del dicastero dell’Agricoltura, German Alvarez Fuentes. (continua)
Interessante la ricostruzione fatta dal giornalista Jean-Guy Allard: «Lucky Luciano passò il tempo chiuso nella sua suite a ricevere gli ospiti, dispensare consigli e concedere la sua benedizione davanti agli affari più loschi, ma anche più lucrosi, che gli venivano illustrati».
«In segno di rispetto ed ubbidienza – continua Allard - Luciano riceveva da ogni capo famiglia una busta di qualche centimetro di spessore: 100.000 dollari in una, 200.000 in un'altra. Naturalmente rigorosamente dollari Usa ed in contanti».
Dopo il conclave il capo dei capi si trasferì in una lussuosa villa del residenziale quartiere avanero di Miramar.
Il governo USA - venuto a conoscenza della permanenza cubana di Luciano e intimorito dai futuri piani del capo mafia - cominciò a fare pressioni affinché venisse deportato nuovamente in Italia. Il governo e lo stesso presidente della Repubblica, Ramon Grau San Martin, fecero però orecchie da mercanti, definendo la richiesta degli USA un’ingerenza negli affari interni dell’Isola.
Luciano aveva amici anche tra le file del nuovo governo autentico: in particolare Francisco Prio Socarras, fratello del primo ministro, e il titolare del dicastero dell’Agricoltura, German Alvarez Fuentes. (continua)
3 commenti:
Sempre interessante la storia.
Ci insegna che non è cambiato molto,almeno qui da noi,c'è sempre collusione fra il potere politico locale e quello mafioso in genere.
Altrimenti non si spiega perchè non si riesca a sradicare queste organizzazioni malavitose dopo decenni di lotta.
Anche se già conosciuta, rimane di grande interesse e tu la sai romanzare con semplicità così da essere letta con piacevolezza. Ti prego di continuare la pubblicazione fino alla fine del Lucky... sei un buon giornalista regalato all'Isla.. qui rimangono solo i cialtroni che imbrattano la carta con scempiaggini quotidiane... Ti auguro di potere un giorno scrivere, dalla terra dove ora vivi, per un quotidiano Italiano come il Corriere della Sera, inondando le pagine con spaccati di vita cubana... hola Massimo, arrivo la prossima settimana e se ti va, ci facciamo un mojito al Melia Cohiba... se non ti è di disturbo, mandami un recapito telefonico, grazie. pumario@gmail.com
Troppo buono Mario! Ti avevo già inviato un'e-mail con il mio numero, la inoltrerò nuovamente. Ciao, Massimo
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