A Centro Avana siamo entrati nell’ultimo articolo ed adesso ne parliamo un po’ di più. È uno dei quindici comuni dell’Avana (burocraticamente Ciudad de la Habana, per non confonderla con Provincia Habana). È il comune più piccolo per estensione territoriale, ma quello con la maggiore densità. La denominazione Centro Avana nasce nel 1962, questo territorio faceva prima parte del comune dell’Avana, che comprendeva anche l'area degli attuali comuni dell’Avana Vecchia, del Cerro, di Plaza della Rivolución e di 10 de Octubre, parte di Arroyo Naranjo, una parte di Boyeros ed un’altra di Regla. Nel 1976, con la riforma politico-amministrativa, viene proposto di suddividere il territorio di Centro Avana in due zone, Centro Avana Nord e Centro Avana Vecchia. La Legge 1304 stabilì infine i nomi definitivi dei comuni, denominandoli rispettivamente Centro Avana e L'Avana Vecchia. All’interno di questo comune troviamo due quartieri speciali: Il Barrio Chino ed il Barrio Arabe. Passando la monumentale entrata del Portico Chino in calle Aguila, donato alla fine degli anni ’90 dalla Repubblica Popolare Cinese, si entra in quello che è stato il più popoloso quartiere cinese di tutta l’America Latina. Qui si trovava lo scandaloso Cabaret Shangai, di cui parla anche Graham Greene. Passato poi il secondo portale all’intersezione tra le vie Zanja e Rayo, si entra nel vero cuore della piccola città. Ormai i suoi abitanti sono cubani, il cinese lo parlano in pochi, ma questi sono effettivamente “chinos” e non, come dicono i loro connazionali, solamente perché hanno gli occhi a “mandorla”. Si mantengono molte tradizioni e le associazioni sono molto attive. Di sera è un quartiere frequentatissimo, dove si mangia bene e a prezzi modici. Nella zona compresa tra le vie Monte, San Nicolás, Corrales, Antón Recio e Figura sorgeva invece il quartiere arabo, nato tra la seconda metà del XIX secolo e la prima del XX, fondamentalmente in concomitanza con l’arrivo a Cuba di libanesi, palestinesi, siriani, ed in minore quantità di egiziani, algerini e yemeniti. Si calcola che tra il 1860 ed il 1930 giunsero a Cuba circa 33.000 arabi. Gli immigranti del quartiere arabo svilupparono in quell'ambiente una significativa infrastruttura sociale con la creazione di società benefiche e culturali, giornali, commerci ed un'organizzata attività religiosa. Famosi soprattutto nel commercio di prodotti tessili, prima come venditori ambulanti, successivamente come piccoli negozianti ed alla fine come proprietari di magazzini ed importatori. La prima informazione sulle società arabe di Centro Avana, è quella di una foresteria della calle Monte N. 248. Le associazioni arabe (che giunsero ad essere oltre trenta) erano a scopo benefico e ricreativo, alcune con una finalità politico-religiosa; tra queste spicca la Società Palestinese. Non possedeva un locale proprio e quindi le riunioni e le attività sociali s’effettuavano nella casa del segretario, sita nella calle Alambique n.4, all’angolo con Plazoleta. Successivamente, ebbe un proprio locale di ritrovo nella calle san Nicolás n. 220 ed alla fine si trasferì nella medesima via, tra Corrales e Gloria. Nel 1979 tutte le associazioni si sono riunite in Calle Paseo e la comunità, formata dagli eredi dei primi arrivati e dai lavoratori stranieri presenti a Cuba, raggiunge circa le 40.000 persone. Dedico quindi queste notizie a tre amici: Meylang, d’origine cinese, traduttrice di cinese e funzionario all’Avana Vecchia, Nabil, traduttore d’arabo, palestinese di nascita, e Jorge, allenatore di softball, attualmente in missione in Venezuela, cubano con origini libanesi.
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