08 luglio 2008

Mettimi qui la mano, Macorina...


Ponme la mano aquí, Macorina...” è il ritornello di una canzone della messicana Chavela Vargas, scritta da Alfonso Camín, un asturiano arrivato all’Avana a quindici anni. Dopo molteplici lavori, diventò redattore del Diario de la Marina, di cui fu anche reporter di guerra durante la Prima Guerra Mondiale. È una canzone che esprime un alto grado di sensualità, che si può toccare, sentire, assaggiare. In questo senso è cubana ed avanera è la sua protagonista. Il famoso ritornello Mettimi qui la mano” lascia ampie possibilità all’immaginazione, ma i passi più salienti non sono da meno, in questa metafora con i frutti tipici dell’Isola.
"Mettimi qui la mano, Macorina, mettimi qui la mano. ... I tuoi seni, carne di anón, la tua bocca una benedizione di guanábana matura … quell'odore di donna, a mango e canna nuova con cui mi hai riempito…”
Ma chi è questa Macorina?
La Macorina, per l’anagrafe María Calvo Nodarse, fu la prima donna ad ottenere la patente di guida dal comune dell’Avana e la prima a guidare un’automobile a Cuba: negli anni venti, un vero scandalo.
Era nata a Guanajay nel 1892 ed a 15 anni si trasferì di nascosto all’Avana. Probabilmente una fuitina, però all’insaputa della famiglia. La capitale offriva molto a questa giovane bellezza che aveva idee chiare sulla vita. Lasciato il fidanzato, incominciò frequentare uomini con una buona posizione economica. In un'intervista resa alla rivista Bohemia il 26 ottobre 1958 dichiarò: "Oltre una dozzina di uomini stramazzavano ai miei piedi, colmi di denaro, supplicanti d’amore".
Il suo fu un periodo di splendore abbastanza lungo, dal 1917 fino agli anni ‘40. Visse in quattro ville: in Calzada e B, Linea e B, Habana e Compostela e San Miguel tra Belascoaín e Gervasio; possedette cavalli, pellicce e moltissimi gioielli d’incalcolabile valore, oltre a nove automobili, soprattutto europee, le sue preferite. Per mantenere quel tenore di vita spendeva 2.000 dollari al mese, senza contare gli extra con cui aiutava la sua numerosa famiglia. Ebbe amicizie importanti del mondo degli affari e della politica, tra cui il Tiburón, José Miguel Gómez.
Benché lei stessa dichiarasse di detestarlo, è certo che la sua fama è legata a quel soprannome, nato casualmente. Il tratto del Paseo del Prado tra San Rafael e San Miguel è conosciuto come la Acera (il marciapiede) del Louvre, chiamato così per il famoso Caffé del Louvre, fondato da Juan de Escauriza nel 1844. Su quel marciapiede sono stati costruiti l’Hotel Telegrafo e l’Hotel Inglaterra. Di lì passarono i Cuervos per andare ad aprire l’orologeria, scappò Caruso vestito da Radames e non è da escludere che i ladri del Capitolio abbiano fatto quella strada. Sicuramente in un'occasione, mentre María camminava su quel marciapiede, un giovane abbastanza alticcio, vedendo passare quello schianto di donna, disse: "Ecco la Macorina!", scambiandola per la Fornarina, come veniva chiamata Consuelo Bello, una famosa cantante spagnola. Volendo paragonarla alla Fornarina, l’alcol gli fece dire "Macorina."
Come per tutte le persone leggendarie gli aneddoti si sprecano, si dice che lottò per la libertà dell’America Latina, che il suo vero nome era María Constanza Caraza Valdés e che era figlia di una nera e di un cinese, ma le foto pubblicate, compresa quella sulla patente, mostrano una donna bianca. María Calvo Nodarse morì all'Avana in una casa in affitto il 15 giugno 1977. La cosa sorprendente è che siano stati due stranieri: una messicana ed un asturiano ad immortalare questo personaggio cubano: lo scandalo dell'Avana.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi, in sintonia l'imbarbarimento consono ai tempi che corrono, nulla di nuovo sotto il sole all'Avana :-)

Mik

pumario ha detto...

Stefano, se ti riesce pubblica una foto della "Macorina" vederla potrebbe indicarci molte cose su di lei, che ne dici? A mio parere è da escludere la Maria Calvo Nodarse dalle nostrane jineteras, essere donna di gran fascino nel primo novecento significava essere delle opere d'arte viventi, quindi preziose e meritevoli di avere un prezzo molto prestigioso.

pumario ha detto...

Ho trovato su "youtube" qualcosa su Macorina, ho postato (nel mio blog) il video che mi sembra di alta qualità culturale alta.

Massimo Barba ha detto...

Caro Stefano, approfittando dei miei problemi con internet, stai facendo il bello ed il cattivo tempo sul blog! :-D Complimenti...
Un giornalista a noi caro racconta che la Marcorina, negli anni venti, tutti i pomeriggi alle 5, a bordo della sua auto sportiva, percorreva Malecon, Galiano, Dragones e Zanya fino ad Infanta, dove ricominciava il giro.

pumario ha detto...

Che significa? Stava cercando clienti o era una fans della vuelta abanera?

pumario ha detto...

attento Massimo, l'ispettore sta avanzando velocemente e non vorrei che ti arrestasse per impadronirsi dello spazio ricreativo che vi tiene legati alla patria e tiene noi affamati ogni giorno dei vostri articoli, risultano essere graditissimi anche da chi non lascia commenti, sento privatamente molti frequentatori del mio blog e mi dicono che vi leggono con vero piacere... quindi, dateci ogni giorno il pane quotidiano che toglie la saudade cubana...

Anonimo ha detto...

Caro Direttore, certo che Ciro ne sa una più del diavolo, come dimostrerò anche nel prossimo post. Dopo il Suo, ovviamente.Per la Macorina,credo che il giro in macchina lo facesse all'insegna del "crepa, invidia", che vale per tutto il mondo...
Ciao a tutti, Stefano