09 ottobre 2008

Cuba, cooperazione.

Nei giorni scorsi ho partecipato per lavoro ad un’iniziativa molto interessante riguardante la cooperazione internazionale.
È stato il II Incontro Internazionale del PDHL (Programma di Sviluppo Umano Locale), in occasione dei 10 anni della sua fondazione. Questo organismo è un programma congiunto del Governo (il MINVEC soprattutto, cioè il Ministero per l’Investimento Straniero e la Collaborazione Economica) e del PNUD (il programma per lo sviluppo dell’ONU) di Cuba.
L’iniziativa è iniziata nel 1998 come strategia delle Nazioni Unite per accompagnare l’impegno delle autorità nazionali. In pratica il PDHL favorisce il coordinamento della cooperazione internazionale, a sostegno dei processi di sviluppo prioritari, contribuendo al raggiungimento degli Obbiettivi di Sviluppo del Millennio in ambito locale. Gli otto punti che si sono prefissati nel settembre del 2000 i 189 leader internazionali sono d’eliminare la povertà estrema e la fame, raggiungere l’educazione elementare universale, promuovere l’uguaglianza tra i sessi e l’autonomia della donna, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l’HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie, garantire la sostenibilità ambientale, incoraggiare un’associazione globale per lo sviluppo. Tutto questo entro il 2015, riducendo le disuguaglianze esistenti tra, ed all’interno dei paesi.
Il programma del PDHL a Cuba è stato un esempio positivo, presente in 8 province e 60 comuni, con quasi 1000 progetti di cooperazione decentrata con organismi stranieri. L’Italia fa la sua bella figura ed all’incontro hanno parte diversi connazionali, tra cui i rappresentanti della Zona del Cuoio, quella tra Firenze e Pisa, sempre impegnati all’Avana Vecchia. I loro contributi sono infatti destinati alla riabilitazione del centro storico avanero, con progetti di laboratori per insegnare un mestiere ai giovani, aiuti alle scuole (tra cui la Carlos Manuel de Cespedes di calle Cuba, dove mia figlia più grande ha frequentato i primi tre bellissimi anni di scuola), la creazione di una ludoteca, il sostegno agli anziani (o meglio agli “adulti maggiori”, come li chiamano qui) nell’ex convento di Belen.
A proposito di edifici sacri recuperati per altri usi, voglio sottolineare il magnifico dove si è svolto il congresso. Questo edificio, sito in calle Aguiar 402 angolo con Obrapía, fu edificato nel 1693 come Oratorio, dopodichè, nel 1751, per un breve periodo fu adibito alle funzioni; dal 1884 diventò sede della Società Economica degli Amici del Paese, condividendo lo spazio con altre funzioni di carattere educativo e culturale.
Nel 1923 cambia completamente, diventando proprietà del “Banco del Commercio”. Come ci segnala l’attento ricercatore Guillermo Jiménez nel suo voluminoso “Los proprietarios de Cuba
1958” (Ciencias Sociales, 2006), questo istituto era stato da poco creato da José Ignacio De La Cámara O’Reilly dopo aver ristrutturato nel 1919 l’ex banca di suo suocero, la “Hijos de R. Argüelles”. Dopo esserne diventato vicepresidente, riuscì a salvarla dalla bancarotta dovuta alla crisi del ’29 e dal 1935 ne fu il presidente ed il secondo maggior azionista dopo i fratelli Solis Alió, i principali proprietari. Nel 1954 il “Banco del Commercio” si fonda con la “The Trust Company of Cuba” nella più famosa manovra bancaria dell’epoca. I vecchi azionisti entrano nel consiglio d’amministrazione, presieduto dal proprietario Agustín Batista González Mendoza, uno dei personaggi più ricchi e sicuramente il più importante banchiere di Cuba.
Il suo istituto viene segnalato tra i primi 500 al mondo, con 26 succursali e 800 impiegati. Non a caso la sua sede è in Obispo n.257, in quella che può essere definita la City dell’Avana del tempo: non distante si trovavano la Borsa e l’edificio della potente “The Royal Bank of Canada”, sita in Aguiar N.367. Questa imponente struttura, in via di ristrutturazione, guarda ora d’alto l’ex oratorio, costruito dapprima seguendo i canoni barocchi, ma che poi, durante la sua trasformazione in istituto bancario, fu decorato con elementi tipici del rinascimento spagnolo. Ai giorni nostri, completamente ristrutturato dall’Oficina del Historiador de La Habana, è la Sede dell’Arte Lirica e Operistica. Della banca conserva le enormi casseforti, coperte da un pannello.

16 commenti:

cuba luci ed ombre ha detto...

Essere ciechi e sordi è la caratteristica di chi vive Cuba a La Habana.... "todos le demàs hès area verde!"
Ho fatto un investimento e creato una Cooperada in Cuba, autorizzada dal MINVEC,MINREX,MINJUS. Dal 2000 al 2002 avrò firmato e rifirmato il Contratto con i cubani almento 6 volte. Infine nel 2003 ho importato in Cuba, macchinari ed attrezzature per mettere sù una fabbrica (a Guantanamo)di mobili e porte, l' investimento (doveva essere super protetto) ha avuto il suo epilogo nel 2005, nei tribunali cubani. Il nostro errore è stato di far funzionare la fabbrica, trovare serie commesse e dimostrare di saper produrre. Abbiamo insomma, rovinato gli orticelli degli Havaneri, abili importatori e faccendieri. Abbiamo inviato lettere e proclami a tutti, da Fidel, Raoul, ai vari Ministri della Repubblica, al partito. Inascoltati da tutti, i signori dell'Avana, hanno fatto chiudere quella unica realtà produttiva nella provincia Guantanamera. 300 famiglie si sono ritrovati senza un serio lavoro. Noi oggi siamo tutt'ora in arbitraggio...con tutti i macchinari ancora a Cuba(oltre mezzo milione di dollari) e fatture non pagate per oltre 1 milione, costi ed investimenti successivi per oltre ......
Ma questo sicuramente non interessa a chi vive di belle e giuste vicende social-culturali nella capitale caraibica. Come non interessa ai funzionari del Ministero degli Esteri, hanno altro a che pensare!
Tornando al tuo Blog,
ti faccio notare che ho vissuto per oltre quattro anni a Guantanamo con la mia famiglia italiana, moglie romana e figlioletto di tre anni, romano. Mio figlio, cittadino Italiano residente a Cuba (con permesso di lavoro, così dice la VISA sul suo passaporto di bambino, con permesso di lavoro...!), all'età di cinque anni, non ha potuto frequentare la scuola pubblica, a Cuba! a Guantanamo! e non le belle scuole o ludoteche Havanere! Per l'Italiano di cinque anni, ripeto, a Guantanamo (Cuba) non gli è stato concesso il permesso di frequenza dall'allora Ministro dell'Istruzione Cubano!
Mio figlio (a differenza della tua figlia maggiore....)è rimasto senza nessuna scuola....A CUBA !

Una ultima cosa, Cuba è rimasta nel mio cuore. Il sistema cubano mi risveglia rabbia, il sitema e chi ignaro o consapevole, non vede e non sente.

Maurizio De Santis.

Massimo Barba ha detto...

Caro Maurizio, grazie per il tuo contributo della tua esperienza di vita vissuta, nel bellissimo oriente cubano, differente dalla nostra nella caotica Avana. La tua come imprenditore, la nostra come collaboratori di enti cubani.
Riguardo al nostro blog, come sicuramente hai potuto notare, è un arazzo di curiosità, fatti storici e personaggi, con poco spazio dedicato all'attualità. Per questi temi ci sono siti molto, ma molto più autorevoli e aggiornati del nostro.
Ti auguro vivamente, che quanto prima, tu possa risolvere le delicate questioni ancora pendenti.

Anonimo ha detto...

Maurizio ti hanno costretto ad andare a Guantanamo o ci sei andato per affari? Se volevi un investimento sicuro potevi fare dei BOT.

cuba luci ed ombre ha detto...

Rispondo ad un anonimo che mi scrive: chi te lo ha fatto fare ad investire in cuba, potevi investire in bot!

Mio caro anonimo, se tutti ragionassimo così, l'italia sarebbe ferma da un pezzo!
Poi, dovresti conoscere i fatti prima di lanciare il sasso!
Sappi che non è per la questione economica che ho scritto sul blog di Massimo, ma rimarcavo che nel Paese dove la educazione e l'alfabetizzazione è il vanto di Fidel, mio figlio residente in Cuba (solo perchè straniero), non gli è stato concesso il permesso di frequentare le scuole basiche (elementari).
Da buon cultore della sinistra, ex comunista ed ex ammiratore della rivoluzione castrista, ho vissuto situazioni e subito ingiustizie vere e dimostrabili, una realtà molto differente da quella che si vede in alcuni blogs o sito a favore di Cuba e di investimenti facili nell'isola del sole.
Prima di parlare .......

MAURIZIO

pumario ha detto...

Entro nella polemica creata dal nostro italianissimo MAURIZIO, chiedo perdono a Massimo se alimento questa storiella ma il MAURIZIO mi ha indisposto. Caro concittadino italiano, secondo te in Italia la tua fabbrichetta di mobili avrebbe conquistato il mercato? Io penso che non avresti neanche varcato il perimetro di casa tua. Cosa ci azzecca, il sicuro errore burocratico che definisce tuo figlio pronto al lavoro, con l'insuccesso manifatturiero della tua fabbrichetta? Io non ti dico che forse era meglio investire in BOT, io ti dico che di fallimenti imprenditoriali è pieno il mondo. E ti dico pure che ho amici in Cuba, italianissimi, che stanno avendo successo in campo economico sia in Oriente che nella splendida Avana. Mi spiace per il tuo, ripeto, tuo insuccesso, ma guardandomi in giro vedo molti insuccessi quindi, perché addossare colpe a chi colpe non ha? Quante aziende hanno fallito in Cuba negli ultimi 5 anni? Non ho un numero preciso, ma so che sono moltissime. In fine mi chiedo: ma con una mezza milionata di dollari che in euro significa 350.000 cosa pensavi di fare? Una fabbrica di mobili? Concittadino con 350.000,oo euro apri a fatica un bar o una lavanderia moderna quindi, rivedi il tuo investimento e vedrai che capirai dove sta l'errore. Non prendertela per il mio esserti contro, è solo un punto di vista diverso. Mario

cuba luci ed ombre ha detto...

Mio Caro Mario, qui non si tratta di polemizzare con te che trabocchi di “sanculottiane” affermazioni, ma di chiarire!
Evidentemente preso dalla mia foga di contestare la agiata posizione di chi vive in cooperazione all’ Habana, ho frettolosamente esposto alcune mie affermazioni che possono esser state fraintese, ripeto però e riaffermo che, chi vive nella falsa opulenza Havanera, non conosce la vera Cuba, i veri problemi.
Ti rispondo comunque in maniera diretta ai punti che hai toccato, visto che più che “leggere tra le righe”, noto con rammarico che “leggi a righe alterne”.
Se vuoi, prenditi un po’ di tempo e leggi le mie risposte, altrimenti non risentirti e continua a pensare che la vera patria del diritto è Cuba, che tutti quelli che come me hanno creduto nel diritto fatto da Contratti, Accordi tra Stati e protezione sugli investimenti, non sono stati buggerati malamente ma erano soltanto “sfruttatori dei poveri indifesi rivoluzionari castristi”…!
Sappi però che il sottoscritto ha avuto l’appoggio (per le malefatte dei signori dell’Havana) nientemeno che del Partito e del Governo Provinciale di Guantanamo. Il sottoscritto è forse l’unico straniero che mentre risiedeva in Cuba, ha denunciato “penalmente” i dirigenti del banco cubano Bandec alla “Fiscalia della Republica de Cuba”per sottrazione di denari dal conto corrente (ma questo a te sicuramente non interessa).
Sai cosa significa “IMMIGRACIÖN” in Guantanamo, sai che significa essere in quattro gli unici stranieri in una cittá come Guantanamo? sai casa significa essere completamente isolati perché immigrati? Sai cosa significa dover vivere in un alberghetto per cubani per quattro anni con una famiglia perché non ci sono le case da affittare per gli stranieri residenti, perché Cubalse non lo prevede? e sai che l’alberghetto distava soltanto quattro chilometri dalla città? e sai anche che i supermercati (se così si possono chiamare) a Guantanamo per gli alimentari non hanno quasi nulla? Sai che nel 2003 a Guantanamo nei “Supermercati” non si trovavano posate, piatti, pentole? Noi siamo riusciti soltanto dopo tre mesi girando tra Santiago, Holguin, e grazie a Dio, con l’aiuto di qualche amico cubano.
Noi abbiamo vissuto esattamente come i cubani orientali, con grandissime privazioni ma, senza problemi.
Io, mia moglie, il mio socio di questo non ci siamo mai lamentati, abbiamo stretto i denti ed abbiamo continuato!
E’ la disonestà che abbiamo incontrato, che abbiamo subito. Il sottoscritto è arrivato con denuncie e procedimenti alla Corte suprema di Giustizia di Cuba, però senza avere giustizia, anzi……
Tornando alla tua letterina. La fabbrichetta di mobili, come la chiami tu era un investimento fatto in una realtà esistente, un complesso produttivo (inaugurato da Fidel nel 1985), con due fabbriche di oltre 2.500 m2 coperti ognuna, per la lavorazione del legno e derivati , di potenziale non indifferente, completo di 2 forni di essiccazione, linee di taglio, lavorazione, verniciatura. Il tutto a Guantanamo, l’unico problema che le macchine (cannibalizzate nel tempo), erano risalenti almeno agli anni 50 (grazie ad un abile mascheratura fatta da spagnoli all’epoca). Comunque noi decidemmo di investire e lo stesso piano prevedeva:
• Ristrutturazione aziendale mirata delle due fabbriche esistenti con un personale di circa 300 operai ed impiegati,
• Aggiunta di macchine “IN USO” per migliorare e mirare la produzione.
• I macchinari Obsoleti ma funzionanti esistenti vennero ripristinati e forniti di attrezzature ed utensili.
• Le macchine ed attrezzature aggiunte erano usate ma revisionate adattate alle tensioni locali e a norma CEE.
• Il piano prevedeva anche e soprattutto un controllo qualità ed un ufficio progetti.
Per il discorso dei 500mila dollari di macchinari, mio caro Mario, devi sapere che stiamo parlando del 2001 quando il valore del dollaro era differente e il nascente euro valeva molto meno del biglietto verde. Allo stesso tempo il valore di acquisto in macchinari in quell’epoca, corrisponderebbe sicuramente ad oggi ad oltre 700mila euro. Aggiungo poi che tra le righe perse, hai omesso di leggere le fatture per oltre un milione ed infine quell’eccetera è composto da cifre fino ad arrivare a circa cinque milioni.
La nostra realtà produttiva dopo esserci rimboccate le maniche, contava con un portafoglio di ordini di oltre quattro milioni di dollari di commesse! Il problema è nato quando abbiamo dimostrato che si poteva fare! Che si poteva produrre direttamente e non importare! Che si poteva chiudere un cerchio, acquistando la materia prima, il legno in Cuba! Sviluppare una produzione indispensabile. Unico problema: “ROVINARE I GIOCHI DI IMPORTAZIONE GIÁ STABILITI ALL’HAVANA”. Produrre direttamente significa diminuire le importazioni, a beneficio della collettività, però, a DISCAPITO DI POCHI….ELETTI.
Inizialmente ci hanno impedito di acquistare il legno in Cuba, poi ci hanno tolto la firma dai conti correnti, poi con ostracismo hanno rallentato i matreiali che arrivavano importati, infine sono arrivati a scrivere lettere di “INCAPACITA’” della parte cubana (nostri soci), a sviluppare e realizzare lavori. Hanno prepotentemente importato porte dal Brasile, legno dagli Stati Uniti (capito bene: USA), pur di non dare la possibilità a Guantanamo di dimostrare che la produzione interna è possibile!
TUTTO QUELLO CHE STÓ AFFERMADO È SUPPORTATO DA DOCUMENTI, FOTO. Al Ministero degli Esteri Italiano, esiste tutto il nostro carteggio che…..dorme! Nei tribunali Cubani, ci sono quantità di nostre denuncie. Alla Corte di Arbitraggio della Camera di Commercio Ext. di Cuba, è in piedi da due anni un contenzioso che ……dorme! Abbiamo consegnato alla stessa corte di Arbitraggio 15 libbre di documenti che provano quanto affermiamo da anni!

Richiamandomi alla tue parole, la caffetteria o la lavanderia, a casa mia hanno altri valori, a casa tua evidentemente si preferisce tagliare teste piuttosto che capire!
I tuoi amici che stanno facendo faville in Cuba, evidentemente sono di quelli che fanno COMMERCIO e NON PRODUZIONE! Sono di quelli che non rischiano, quelli che ci sanno fare!
Un Paese che si possa chiamare tale, ha necessità di fabbriche, della produzione. Mi piacerebbe sapere che mestiere fai e quali esperienze hai avuto per essere così informato ed al tanto di connazionali che hanno perso il loro investimento in Cuba.
Mi spiace ma trovo offensivo e privo di rispetto anche il passaggio su mio figlio. Anche qui trovi e copri le malefatte cubane con un “errore burocratico”, non leggi (e non ti domandi nulla) sulla mancata autorizzazione ad un bambino italiano a partecipare alla unica scuola possibile in Guantanamo (quella pubblica).
Infine se mi domandi perché sei andato a Guantanamo e non all´Havana, ti rispondo semplicemente che questo era l’accordo “unico” proposto dal MINVEC. Una specie di soluzione politica fatta per rilanciare il “mezzogiorno cubano”.
Finisco dicendo che sto mettendo su un blog per mettere in guardia quegli italiani che hanno la visione distorta e condizionata sugli investimenti in Cuba, e poi per trovare sfogo ed un po’ di Giustizia alle malefatte subite, magari mettere insieme quei tanti italiani che hanno perso i loro soldi a Cuba.

MAURIZIO
Un italiano che continua a credere nella giustizia ed a vivere nei caraibi…..

pumario ha detto...

Maurizio io solitamente non leggo tra le righe ma medito e strutturo le mie risposte in base a ciò che lo scrivente espone. Ad esempio in questa tua esposizione dei fatti potrei, anzi posso essere concorde che sei stato raggirato, punto! Quello che non ho digerito è stato il commento sul tuo piccolo che per come hai esposto i fatti, porta a credere che a Cuba i minori siano sfruttati, o peggio, che ci sia razzismo verso i minori. Io vivo Cuba da turista ma, ho conoscenze almeno come le tue nelle alte sfere castriste e posso giurare a tutto il mondo che in Cuba l'infanzia, sia indigena che straniera, è tutelata. Il resto, impresa privata (non esiste), impresa pubblica o attività di stato, non sono argomenti che possono essere trattati in un blog, anche se questo blog, nel quale ci troviamo a scrivere, è di sicura rilevanza democratica. Il Massimo Barba e lo Stefano Pasqualon hanno altre cariche che esulano dal manifatturiero, sono anche loro italiani in prestito alla società cubana e svolgono al meglio il loro compito quindi, torno a chiedere scusa ai suddetti per avere approfittato del loro spazio ricreativo con questa mia polemica. A te chiedo, se ne hai voglia, di continuare in uno spazio più congeniale per continuare il nostro confronto, che trovo interessante, per una migliore conoscenza del problema. Se vuoi puoi scrivermi privatamente, o dando più spazio visivo a questa vicenda, puoi postare nel mio blog che è frequentato da persone che potrebbero meglio di me capire. Posso aver scritto cose sbagliate e te ne chiedo scusa, ma tu devi anche capire che una faccenda di tale portata va conosciuta al meglio per poterne disquisire. Un saluto a te e famiglia. Mario

Anonimo ha detto...

Caro Direttore, le scrivo dalla mia Bozen, area verde e palestina come non mai.Uso il blog per ciò che è nato, staccare la spina dai problemi di tutti i giorni. Ho lasciato a casa la mia guantanamera doc e le due italianitas e, grazie al suo grande aiuto, da vero amico, sono qui vicino a mio padre in questi momenti di "pensieri bolzanini". Tutto il resto non conta. Un saluto dal suo umile correttore di bozze, traduttore per mangiare, che spera di non averle creato con un articolo su una ex chiesa un precedente tipo cubanite. Un abrazo, asere! O meglio, così non passo per razzista: suerte nague.
Stefano.

pumario ha detto...

Grande Stefano, l'aria bolzanina ti è piaciuta? Stiamo vivendo un autunno splendido e penso che dalle parti meranesi deve essere uno spettacolo di colori. Ho conosciuto Merano per averci fatto il servizio di leva (Artigliere di Montagna) ed ho un ricordo sublime dei luoghi e della gente. Un caro saluto dal Friuli settembrino che ancora odora di vendemmia...

Freccia ha detto...

Maurizio hai tutta la mia comprensione.....

.....quando vuoi passa anche da Cubalive (si parla di te.....)

.....un saluto a Massimo e Stefano.....che dire.....

siete sempre sul pezzo!!!

Anonimo ha detto...

Non ti preoccupare quando lascierai la fabbrica (ammesso tu non l abbia gia fatto) il governo la inaugurera' vantandola come Trionfo della Rivoluzione..quante volte l hanno gia' fatto???
Credo, conoscendo abbastanza bene Cuba, che tu abbia sofferto tutti questi disagi " por gusto" e se hai vissuto a Cuba sai cosa voglio dire..E' una classica meccanica cubana..Non le fanno solo le ragazze a spasso per l Habana Vieja ma anche quelli piu' grandicelli nei palazzi..Forse ti sei fidato un po troppo,del Partito,della presunta onesta e del Caballo.Beat

Anonimo ha detto...

DIMENTICAVO ...
UN SALUTO A PUMARIO.BEAT

pumario ha detto...

Ciao Beat, come va? Quando torni a Cuba? Io ci sarò in gennaio.

Anonimo ha detto...

Beh direi che se riesco sara' il mio periodo, gennaio o meglio febbraio.....lavoro permettendo, sarebbe un piacere incontrarsi e farci una fumata e una bevutina insieme...Beat

Anonimo ha detto...

Ciao Maurizio,
Spero che dopo questi anni passati sei riuscito a sistemare i problemi scaturiti da un mercantilismo cubano che rovina l'immagine di n posto meraviglioso. Non so se ancora segui il forum e se leggerai questo post. Ti scrivo perché ho una idea. Da mettere in piedi e sono a caccia di un socio investitore che mi permetta di realizzare questo sogno. Consiste in una azienda tecnologica che dalle previsioni dovrebbe avere dei buoni ritorni economici. Se ti interessa, puoi contattarmi all'indirizzo email seguente così da poter scambiare in privato ulteriori dettagli. info@giambo.eu

Anonimo ha detto...

A distanza di anni e di non so quanti apagones e code, con un salario di 120 CUC + 10 di stimolo e 535 pesos MN, mi domando perché tanta rabbia per un articolo che parla di cooperazione e non di cooperadas. Tra l'altro la scuola elementare citata é cubana, invito a visitarla per farsi un'idea. L'opulenta vita habanera di chi non vuole vedere... nemmeno passato un attimo per la testa il motivo per cui non affrontiamo i temi scottanti. Ah, complimento per l'ottimo spagnolo: "todos le demàs hès area verde!"