02 luglio 2008

Una proposta che non posso rifiutare.

Un suggerimento velato mi spinge ad approfondire le gesta di Don Alfredo Hornedo y Suarez. Prendo spunto dall’articolo inviatomi dal Direttore in persona, scritto dal giornalista Roberto Funes Funes. Diciamo subito che non ne esce un bel quadro del protagonista.
Trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra delinquenti e prostitute e non si può escludere che fin da ragazzino sia stato più volte al fresco. S’accorse così che quella vita, definita da Funes, senza tanti giri di parole, “da camorrista e ladruncolo”, non aveva un futuro e perciò si cercò un lavoro. Alfredo passò quindi alle dipendenze della ricchissima famiglia Maruri, e non si è mai saputo nel dettaglio come riuscì dalle scuderie ad imbambolare Blanquita, la bella e innocente figlia dei signori. Sta di fatto che diventarono i suoi suoceri e lui passò dai cavalli ai soldi in tasca, i vestiti buoni e la vita agiata.
Con il suo carattere ambizioso, le banconote ed i buoni contatti, entrò nel Partito Liberale e seppe accattivarsi le simpatie del capo, José Miguel Gómez y Gómez, detto il “Tiburón”. Visto che anche il De Mauro indica con il termine squalo “una persona molto avida che si è conquistata posizioni di prestigio in modo privo di scrupoli”, immaginatevi che compagnia. Sotto l’ombrello protettivo di Don José, Hornedo diventò prima assessore del comune dell'Avana, poi Rappresentante alla Camera ed infine Senatore della Repubblica. Funes ci riferisce che negli affari si comportò “come una specie di "padrino" mafioso, traendo profitto da tutto ciò che proveniva dall’estorsione, dal ricatto e dalla corruzione”. Per difendersi da coloro che si scandalizzavano con i suoi metodi fondò tre giornali: El País, Excelsior ed El Crisol, col “denominatore comune della sua mancanza di scrupolo cronica, genetica, propria”.
Dalla puntata precedente, sappiamo già cosa costruì in calle 1.ra ed inoltre che era proprietario del Mercato Unico (l'odierno Quatro Caminos). La concessione di questo mercato agricolo, ottenuta nel 1918, era un vero monopolio perché proibiva l'esistenza di qualsiasi altro stabilimento simile in un raggio di due chilometri e mezzo e l'apertura di punti vendita al dettaglio ad una distanza inferiore ai 700 metri. La costruzione del Mercato Unico richiese un investimento di 1.175.000 pesos e Hornedo ottenne la licenza per trent’anni. Quando stava per scadere il termine, spese una fortuna per far eleggere suo nipote, Alfredo Izaguirre, come sindaco dell’Avana, ed assicurarsi così la proroga della concessione. Non ci riuscì, ma la concessione, con alcune variazioni, fu prorogata. Solamente nel 1957 il monopolio incominciò ad incrinarsi con l'inaugurazione del Mercato Pubblico, costruito nel perimetro tra Carlos III, Árbol Seco, Estrella y Pajarito, curiosamente quasi di fronte alla casa di Carlos III e Castillejo, dove Hornedo visse per anni.
In campo politico, Funes lo definisce un reazionario, di certo coprì tutto l’arco costituzionale passando da liberale, a conservatore, machadista, batistiano, autentico, nuovamente batistiano e, dal 1959, "esiliato". E volevo proprio vedere…

6 commenti:

pumario ha detto...

Basterebbe cambiare alcuni nomi e piomberemmo nel 2008... i cognomi spagnoli che stanno molto pittorescamente nel tuo resoconto li cambi con i vari: Bassolino, Berlusconi, Jervolino, D'Alema, Veltroni, Rutelli e Prodi, mi fermo altrimenti non basterebbero le scalinate di Re di Puglia, sacrario dei nostri martiri del 15/18 per segnalare i "tiburon nostrani" hola Massimo, continua e fammi sapere se metti in moto il progetto editoriale perché non vorrei perdermi il primo numero.

Anonimo ha detto...

il signor Hornedo da esiliato che fine ha fatto?.

Massimo Barba ha detto...

Caro Stefano, questa volta sono io a complimentarmi per l'interessantissimo articolo!
Mario, non ti preoccupare, ti terrò aggiornato costantemente!
Nino, vediamo se Stefano ci fa sapere cosa ha fatto il "nostro" in esilio!

Anonimo ha detto...

ALLORA PUOI PARLARCI ANCHE DI YARINI A STO PUNTO ....BEAT

Anonimo ha detto...

ma ....questo è quello che dite voi.......una parte è vera l'altra non la conoscete bene........ma di certo il bisnonno de mia madre fu una persona molto intelligente...io ne vado fiera di lui

Anonimo ha detto...

Cara Anonima, non metto in dubbio l'intelligenza o le capacità del suo trisavolo, anche perchè viveva in tempi e situazioni diverse dalle attuali. Infatti, come sempre facciamo quando riportiamo le parole d'altri, le mettiamo tra virgolette e non esprimiamo mai dei nostri giudizi, soprattutto negativi. A descriverlo negativamente è il giornalista Funes, noi non l'abbiamo conosciuto e di lui ci rimane solo l'ancora bellissimo teatro. Mi scuso se indirettamente posso averla ferita, ma si sa che spesso le fonti sono di parte...
Stefano.